Case popolari, di nuovo c’è solo il bando Liste d’attesa nella città degli alloggi sfitti
È stato pubblicato da qualche settimana il nuovo bando per le case popolari di a Pordenone, a distanza di sette anni dal precedente, ma soprattutto a cinque anni dalle ultime abitazioni inaugurate e assegnate (a Vallenoncello). Nel frattempo la graduatoria del bando del 2012 è stata aggiornata sette volte (per recepire sfrattati e anziani) e in lista d’attesa sono rimaste 608 persone. Con la nuova graduatoria, che si definirà solamente a ottobre, quando si chiuderà il termine per la presentazione delle domande, si azzera la precedente e Ater punta a dare risposta a chi ha maggiore bisogno. Una risposta che, tuttavia, può essere limitata perché si agisce sul turnover degli alloggi: una media di sessanta l’anno.
Nuovi bandi
Non solo Pordenone. Nuovi bandi anche a San Vito al Tagliamento, Cordenons, Prata e Brugnera «proprio per cercare di rendere più attuale la risposta. Se alloggi nuovi non ce ne sono, con le nuove graduatorie – spiega il presidente Angioletto Tubaro –, riusciamo comunque a coprire con il turnover le situazioni più urgenti. Anche per quello abbiamo deciso di procedere con nuove graduatorie». Tra l’altro saranno le prime graduatorie con i nuovi requisiti introdotti dalla normativa regionale: i cittadini stranieri dovranno risultare residenti per almeno cinque anni – negli ultimi otto anni – per poter presentare domanda. «La lista d’attesa da cui partiamo è sicuramente lunga – dice Tubaro –, ma va anche detto che, proprio perché i tempi per scalare le graduatorie non sono brevi, una persona su due rifiuta l’alloggio popolare».
case sfitte
In città resta la contraddizione di avere zone con condomini semi deserti – si pensi a cosa è stato, soprattutto negli anni della crisi, viale Marconi – o immobili nuovi sfitti. Avviare una politica di edilizia sovvenzionata coinvolgendo il privato non è possibile. Nel patrimonio comunale il Comune ha scelto di lavorare con Ater – è il caso del condominio di via San Quirino – per realizzare comunque residenze sociali, ma con particolari target (in questo caso gli anziani).
patrimonio demaniale
Una strada «su cui si sta muovendo da tempo la Regione, ma che non è semplice, è quella di recupero del patrimonio demaniale, non solo le caserme, ma anche alloggi militari» ricorda Tubaro. Se edificare ex novo è una strada non percorribile – sia per gli investimenti (quest’anno Ater Pordenone riceverà dalla Regione circa 750 mila euro, da destinare a manutenzioni), sia per una politica superata di consumo di suolo –, recuperare l’esistente potrebbe essere una soluzione sostenibile. Ma serve un’azione politica forte. —
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