Case a rischio crollo, sgomberate 2 famiglie

Cervignano, enormi crepe nelle abitazioni in via Trento a ridosso dell’Ausa, interessato dal recupero delle sponde.
Cervignano 15 Dicembre 2011 case via trento Copyright PFP/Turco
Cervignano 15 Dicembre 2011 case via trento Copyright PFP/Turco

CERVIGNANO. Case a rischio crollo in via Trento dove ieri sera due famiglie hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni che presentano vistose crepe in corrispondenza delle murature e dei solai. Il direttore dei lavori, che coordina l’intervento per il recupero delle sponde lungo il tratto orientale del fiume Ausa, ha infatti ritenuto opportuno, a titolo precauzionale, chiedere agli abitanti di lasciare l’alloggio per permettere alla ditta di mettere in sicurezza i fabbricati.

I residenti riferiscono che in tre giorni le crepe si sono allargate di mezzo centimetro. Il danno sarebbe stato provocato dalle vibrazioni prodotte dall’infissione delle palancole metalliche realizzate per sostenere e mettere in sicurezza le sponde del fiume. «Le prime crepe – racconta Carlo Franceschinis che abita al civico 2 di via Trento e che ieri sera, assieme alla moglie Samanta e al figlio di appena 17 mesi, ha dovuto abbandonare la sua casa – si sono verificate quando hanno inserito le lame di ferro nell’alveo del fiume. Dopo dieci giorni hanno alzato le lame di un metro e mezzo e le vibrazioni hanno dato il colpo di grazia alle case. Poi hanno riempito gli spazi vuoti creati dalle lame con pietrisco appensantendo l’alveo». Si sfoga Carlo: «Ci hanno telefonato chiedendoci di abbandonare la casa.

Ci hanno proposto di sistemarci in una stanza d’albergo ma abbiamo un bimbo di soli 17 mesi che ha le sue esigenze, pertanto ci siamo rivolti ai nostri genitori. Avevamo appena sistemato casa e ora rischiamo di perderla, può crollare da un momento all’altro. Poco fa ha lasciato la sua casa anche la signora che abita poco distante».

È arrabbiato Luigi Abetini. «La sponda doveva essere palificata – afferma – e la passeggiata doveva essere costruita su palafitta, invece scopriamo ora che le palancole sono state battute in profondità nel letto del fiume. Da tempo avevamo previsto quello che è accaduto. Di fronte a drammi di questo tipo chiediamo che i responsabili paghino. È un disastro ambientale. La fauna è scomparsa. Ci chiediamo dove sono gli animalisti e gli ambientalisti di Cervignano».

Il sindaco conferma di aver eseguito un sopralluogo assieme al capufficio tecnico De Marchi una decina di giorni fa su richiesta della proprietà. «La famiglia – spiega – si è trasferita in altro alloggio in attesa che la ditta esecutrice delle opere rintracci un appartamento ammobiliato per il tempo necessario a eseguire gli interventi. Tutte le spese saranno a carico della ditta, che è assicurata. Quanto accaduto conferma l’assoluta necessità di eseguire le opere previste che servono per la messa in sicurezza delle sponde del fiume che, se ritardate ulteriormente, avrebbero causato danni irreparabili in particolare ai fabbricati costruiti a ridosso del fiume come quello di cui parliamo».

Elisa Michellut

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto