Casa di riposo, c’è la diffida per i lavoratori rimasti a casa

OSOPPO. Non ricevono lo stipendio, ma viene inviata loro la diffida dal datore di lavoro per la loro scelta di astenersi dallo stesso, motivata dalla mancanza di pagamento. Non si è ancora conclusa...
Osoppo 03 Marzo 2018 centro sociale Agenzia Petrussi foto Massimo Turco
Osoppo 03 Marzo 2018 centro sociale Agenzia Petrussi foto Massimo Turco

OSOPPO. Non ricevono lo stipendio, ma viene inviata loro la diffida dal datore di lavoro per la loro scelta di astenersi dallo stesso, motivata dalla mancanza di pagamento. Non si è ancora conclusa la querelle tra i dipendenti della casa di riposo di Osoppo e i gestori della struttura. E a farsi sentire è ora il gruppo di operatori seguito dallo studio Tutino di Udine: negli ultimi giorni la direzione della cooperativa Agorà ha infatti inviato un diffida a quella decina di dipendenti poiché da 15 giorni non si presenta sul posto di lavoro. Lavoratori che hanno risposto con una missiva: «Non ho i soldi per venire al lavoro, per fare benzina, per fare la spesa, per pagare l’assicurazione, per le gomme e per l’olio, per pagare le bollette e le visite mediche. Bravo datore di lavoro, bel coraggio a scrivere la contestazione, quante ne dovrebbe ricevere lei?».

I dieci lavoratori ricordano di essere al momento in astensione dal lavoro, in attesa di vedere pagati i propri stipendi, così come si era impegnata a fare la cooperativa che gestisce la struttura ancora a gennaio, nel corso di una conciliazione in prefettura. L’impegno, tuttavia, non è stato rispettato. «Questi operatori – fa sapere il consulente Simone Tutino – si sono astenuti dal lavoro mandando una diffida ad adempiere e sono pronti a riprendere l’attività quando gli stipendi saranno pagati. Non lamentano solo questa problematica, ma anche ulteriori di natura igienica e sanitaria che abbiamo segnalato agli organi competenti quali i Nas e l’azienda sanitaria, che hanno avuto modo di fare le loro verifiche».

L’ultimo impegno che la cooperativa si era presa pubblicamente era di rispettare gli oneri mancati entro il mese di maggio. (p.c.)

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