Carristi alla Forgiarini Festa per i cinquant’anni

SPILIMBERGO. Una giornata speciale ieri, alla caserma Forgiarini di Tauriano, per celebrare tre ricorrenze: l’annuale festa del corpo dei carristi, l’80° anniversario dall’istituzione del reggimento e i cinquant’anni dell’insediamento a Tauriano. I carristi tengono molto alle loro tradizioni, e il comando al reggimento – di solito per un colonnello è di due anni – è il coronamento del sogno di chi frequenta l’Accademia: sarà per questo che hanno voluto essere presenti nove comandanti emeriti, provenienti da tutt’Italia, che si sono succeduti alla guida del 32° carri dal 1960, per festeggiare assieme al colonnello Paolo Fanin, comandante attuale. Hanno voluto partecipare anche molte associazioni di carristi e combattentistiche provenienti dalla regione, dal Veneto e dalla Lombardia.
Nello spiazzo della caserma è stata scoperta una targa «a suggello del legame con la città di Spilimbergo, per lasciare un segno tangibile e indelebile che ricorda il mezzo secolo di vita che lega i militari al territorio» ha sottolineato il comandante Fanin. «Il reggimento ha la cittadinanza onoraria di Spilimbergo» ha evidenziato l’assessore Roberto Mongiat, intervenuto alla cerimonia in rappresentanza del Comune (presente anche il sindaco di Vivaro, Mauro Candido). Mongiat ha ricordato che nel 1976 i soldati della Forgiarini erano stati i primi a intervenire sui luoghi del terremoto, «senza contare i militari provenienti da numerose città d’Italia che hanno scelto di rimanente a vivere nel nostro territorio e diventare nostri cittadini».
Cittadini che l’altro ieri a Spilimbergo hanno partecipato alla cerimonia in ricordo dei Caduti e hanno gremito la chiesa dei Santi Giuseppe e Pantaleone alla messa in suffragio di quanti hanno sacrificato la loro vita in guerra. Come i carristi della 1ª Compagnia, che per difendere la piazzaforte di Bardia in Libia resistettero al nemico dal 3 al 5 gennaio del 1941, quando furono sterminati. O quelli del terzo e quarto Battaglione, che dopo una marcia estenuante di 220 chilometri nel deserto combatterono contro gli inglesi, lasciando sul campo metà degli equipaggi. Emblematico l’episodio di cui fu protagonista il sergente Bruno Galas, medaglia d’oro al Valor militare, il quale, benché ferito, riuscì a riparare il proprio blindato sotto il fuoco nemico e a riprendere il combattimento, finché il carro fu colpito da una granata che lo incendiò.
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