Carcassa di pecora in Campo Marzo È un rito satanico?

L’animale è stato recuperato dalla Protezione civile I dubbi sull’utilizzo dell’animale in un “rito” esoterico

SACILE. Una carcassa di pecora si è arenata, ieri, tra detriti che la corrente del Livenza trascina vicino alla vecchia passerella sulla riva di Campo Marzio. Degrado intorno al corpo rinvenuto, nello sbarramento che crea un’ansa dove i rifiuti arrivano a ondate.

Dalla Pedemontana o altrove hanno fanno il cumulo da rottamare, per i volontari della Protezione civile. «È stato rinvenuto e aperto con un forcone anche un sacchetto nero – ha segnalato durante l’operazione l’assessore comunale Vannia Gava –. Era pieno di resti di capra: parti del corpo e interiora, forse frutto di una macellazione casalinga».

La segnalazione della polizia municipale sul caso, è stata “girata” dagli uffici municipali alle tute giallo blu di via Bandida. I controlli veterinari previsti dalla legge con il focus sulle cause della morte dell’animale, sono da mettere in conto prima dello smaltimento della carogna. A memoria, dicono i sacilesi che catalogano le cronache, nel 1985 si era arenata la carcassa di un vitello. Il colpo d’occhio di tanti passanti incuriositi, ha separato il buon senso («pecora morta annegata a monte e trascinata dalla corrente») dal mistero del sacco con i resti di capra. Riti in odor di setta?

«La prima verifica sulla carcassa sarà quella dell’orecchio – dice un animalista in prima linea con il gruppo Fvg di Sacile –. Se è tagliato e la pecora non è riconducibile a un’anagrafe, si aprirà il ventaglio delle ipotesi«. L’animale, potrebbe essere stato usato come macabro feticcio nei riti che si consumano tra case abbandonate nelle campagne liventine, o nell’area montana. L’insolito ritrovamento dei resti di capra, poi, non è casuale. I satanisti del Glis, in convegno a Treviso in estate, hanno mappato il territorio tra le province di Treviso e di Udine, senza segnalare tracce forti nell’area sacilese. I resti di capra, per esempio, sono spesso utilizzati per particolari riti propiziatori a sfondo satanico. Se la capra fosse la vittima sacrificale di un oscuro rito perverso rimane un mistero, ma senza enigma è quello che si trova: un degrado diffuso nella polla d’acqua dove la carcassa è stata avvistata. Rifiuti e incuria, con il plus di un ambiente degradato. «Le tracce ci sono. Cerimonie strane con lumi trafugati nei cimiteri e invocazione dei morti sono eventi diffusi». Diavolerie avvolte da una fitta nebbia, come il cyber-satanismo con il simbolo delle corna e zampe di capra.

Chiara Benotti

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