Capo dei vigili muore a 43 anni, a due mesi fu salvato dalle macerie dopo il terremoto

Gianluca Di Bernardo colpito da un malore. Nel ’76 rimase 48 ore sotto la casa distrutta dal sisma a Venzone

VENZONE. Le macerie del terremoto avevano segnato la sua vita, dandogli quel temperamento che gli ha permesso di servire lo Stato con la sua buona volontà e il suo impegno. E ora, alla notizia della sua scomparsa, è lutto a Venzone: Gianluca Di Bernardo, 43 anni, è morto improvvisamente.

Era ispettore capo della polizia comunale dell’Unione intercomunale del Gemonese, dopo una lunga esperienza in molti Comuni friulani come vigile urbano. Di Bernardo è mancato domenica sera verso le 21 nella sua casa di famiglia a Tarcento dove abitava con la moglie Teresa e il figlio Andrea.

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Una morte attribuibile a un infarto, del tutto inattesa per un uomo che si era sempre presentato in ottima salute e sempre in forma. Con i genitori Gino e Anna e il fratello Aldo (oggi conosciuto a Venzone quale segretario della Pro loco e guida turistica della cittadina), Gianluca aveva provato la tragedia del terremoto rimanendo per due giorni sotto le macerie, salvandosi per miracolo.

E come ricordò lui stesso qualche anno fa, «di sicuro, questi fatti hanno condizionato le mie scelte lavorative: cerco sempre di pormi al servizio delle persone e della loro incolumità, sia nella polizia locale, sia come vigile del fuoco».

Quella di Gianluca Di Bernardo, che avrebbe compiuto 44 anni il prossimo 27 febbraio, è stata una vita a servizio della polizia comunale friulana, iniziata nel 1996 a Lignano Sabbiadoro come agente della polizia locale, dove il suo spirito di servizio lo spinse a impegnarsi anche come vigile del fuoco volontario, dapprima al distaccamento della località balneare e in seguito al comando provinciale di Udine.

Sin dagli inizi dell’arruolamento nella Polizia municipale Di Bernardo si è inserito attivamente nell’Associazione professionale polizia locale d’Italia (Anvu). Fino a qualche anno fa ha rivestito la carica di presidente per la provincia di Udine ed è stato consigliere nazionale del sodalizio.

«Ha sempre lavorato proficuamente – ricorda Eros Del Longo, comandante della polizia comunale di Udine –, impegnandosi nel miglioramento delle condizioni e sopratutto nella formazione del personale di polizia dei diversi Comuni. All’interno del consigno Anvu di Udine ha svolto con impegno molti compiti». Nel 1999 Gianluca Di Bernardo rientrò a Lignano per riprendere servizio nella polizia municipale e vi rimase sino all’ottobre 2002, quando si trasferì a Basiliano.

Proprio a Basiliano (dove seguiva anche il vicino Comune di Mereto di Tomba), Gianluca Di Bernardo nel 2012 è stato protagonista di un fatto che gli ha reso onore, quando con grande intuito risolse il caso del bambino travolto da una macchina il primo marzo di quell’anno.

In quell’occasione, un bambino di otto anni venne investito mentre stava andando a scuola accompagnato da suo padre, ma l’investitore non si fermò. Allora, Il vigile-detective Di Bernardo seppe raccogliere elementi utili per individuare l’automobile-pirata nel giro di poche ore e a “inchiodare” l’automobilista che ammise di avere sbagliato. Per questo risultato, il maresciallo Di Bernardo ricevette un riconoscimento nel convegno nazionale della Polizia locale d’Italia.

Nell’ultimo periodo, Di Bernardo era riuscito a riavvicinarsi al suo territorio, iniziando a prestare servizio nel Comune di Artegna per passare nel giro di poco tempo a guidare la squadra della polizia comunale dell’Uti gemonese: «È una grave perdita per noi – dice Laura Degano, collega di lavoro di Di Bernardo –: era un punto di riferimento. Era molto preparato e gestiva moltissime attività».

Nell’ultimo anno, Di Bernardo, che da ragazzo si era diplomato all’allora Marchetti di Tarcento, si era laureato in giurisprudenza e si preparava a passare al Comune di Udine dove aveva vinto un concorso: «Sabato scorso – dice il presidente Uti Claudio Sandruvi – mi aveva chiesto il nulla osta per il trasferimento». Gianluca Di Bernardo lascia la moglie Teresa, il figlio Andrea, la madre Anna e il fratello Aldo. I funerali saranno celebrati domani, mercoledì, alle 14.30 nel duomo di Venzone.

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