Capitale della Cultura Alleanza allargata a Cormons e a Cividale
Un’alleanza allargata. Più territorio, più eccellenze, più possibilità di successo in finale.
L’esito positivo che ha permesso a Nova Gorica e Gorizia di entrare nella fase finale della candidatura a “Capitale europea della cultura 2025” ha dimostrato le importanti potenziali di in territorio che, certamente, vedrà come epicentro le due città transfrontaliere. Ma è altrettanto vero che avrà un preziosa ripercussione e ricaduta su tutta la Regione Friuli Venezia Giulia e per tutta la Repubblica di Slovenia. Di questo ne è intimamente convinto il Comune di Gorizia che sta spingendo con forza perché il sogno di aggiudicarsi la finale possa diventare realtà, con effetti positivi per tutto l’Isontino.
Dopo la soddisfazione per il superamento della prima fase, il sindaco Ziberna non ha perso tempo e, insieme all’assessore alla Cultura Fabrizio Oreti, ha organizzato un incontro con il sindaco di Cividale del Friuli (città sito Unesco) Stefano Balloch, il sindaco di Cormòns Roberto Felcaro e l’assessore alla Cultura Martina Borraccia, quale città capofila del progetto (che vede coinvolta anche Gorizia) per la candidatura in atto per il riconoscimento Unesco dell’area Collio/Brda, al fine di verificare di poter unire il potenziale del territorio per la partita finale che dovranno sostenere le due città transfrontaliere.
«L’esito dell’incontro ha avuto un esito sicuramente positivo - ha comunicato Ziberna - e ha ufficializzato l’asse tra Gorizia, Cividale e Cormons per dimostrare che la candidatura congiunta con Nova Gorica non è solo volontà di Gorizia ma è appoggiata da un vasto territorio al fine di unire progettualità e risorse economiche da mettere in sinergia a favore della candidatura europea». I sindaci Balloch e Felcaro hanno messo a disposizione diversi progetti e risorse presenti e future a favore delle due Gorizie come, per esempio, alcuni progetti ciclopedonali già finanziati.
«In una regione delle nostre dimensioni - ha concluso Ziberna - la ricchezza di uno è la ricchezza di tutti, questo vale sia per l’Italia che per la Slovenia e, soprattutto, la possibilità di essere capitali europee della cultura porterebbe ad accendere i riflettori sulle nostre comunità che in sinergia sfrutterebbero al meglio l’occasione non solo a favore della cultura ma anche a favore del prezioso indotto che porterebbe un evento di questa portata». —
Fra.Fa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto








