Caneva, «Sparano nella cava e la casa vibra tutta»

CANEVA. «La mia casa vibra ogni volta che sparano in cava e ha crepe sempre più vistose: a chi mi devo rivolgere?». Karen Soldera ha lanciato due appelli al gruppo internet “Sei di Caneve se...” un mese dopo l’sos di Serena Manfè sugli squarci aperti nelle colline canevesi. «Sono esplose due mine e la polvere di carbonati è caduta sulle case: ci cadrà addosso anche la montagna a Caneva» aveva commentato allarmata Manfè a luglio, osservando: «Ci stiamo rovinando da soli con le cave, spero che ci sia un sopralluogo dei tecnici comunali». Resta, dunque, alta l’attenzione per un’attività produttiva, quella legata alle cave canevesi, da sempre considerata un rischio: soprattutto ambientale. A farne le spese in particolar modo i residenti attorno agli impianti estrattivi, gli stessi che si lamentano dei botti delle mine, delle vibrazioni nel terreno e delle crepe nelle murature delle abitazioni. «È un dato di fatto il pericolo geologico delle cave a Caneva: ambientale e paesaggistico» ha commentato l’ambientalista Vittorio Mella, da tempo attento osservatore sulle problematiche del territorio.
Ma non ci sono soltanto le cave. «Il rio di fronte al cimitero di Sarone porta via la terra dal mio terreno a ogni acquazzone: è possibile rimediare?» si è chiesta Soldera, aprendo un nuovo fronte di discussione. La situazione del rio Puster che scorre a fianco dell’area cimiteriale di Sarone era stata segnalata a suo tempo da Mella alla municipalità canevese. «Credo che l’amministrazione comunale abbia preso i dovuti provvedimenti – ha aggiornato lo stato delle cose l’ambientalista – Il tratto finale del rio è quello più sporco». La fragilità del territorio ha elevato paure e timori. «Sono preoccupata per la mia casa, il mio terreno e per la sicurezza della mia famiglia» ha commentato Soldera. Le problematiche del rio Puster fanno il paio con un’altra delicata situazione, segnalata alla fine dello scorso anno stavolta a Stevenà: le fessurazioni e i cedimenti nel muro di contenimento in via Pedemontana, quella che chiamano “grande muraglia delle cave”. «La strada collega due attività estrattive: i residenti sono preoccupati dello stato del manufatto di cemento che presenta vistose fessurazioni – aveva allora rilevato Mella dopo un sopralluogo – La problematica esiste da molti anni: chi risiede in zona ha sollecitato ripetutamente il Comune a intervenire».
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