Cambia il Piano dell’emergenza: Trieste vuole la sua centrale del 118

Il testo, predisposto dai tecnici della direzione centrale Salute, andrà in commissione il 2 marzo. Nel documento l’analisi puntuale sui servizi, dall’elisoccorso alle ambulanze, e la conferma del Nue

UDINE. Passaggio in commissione il 2 marzo per il Piano dell’emergenza-urgenza sanitaria regionale. La conferma del lavoro di revisione pressoché ultimato, arriva dall’assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, che rende nota la data dell’analisi del documento da parte della terza commissione, ma nulla anticipa rispetto ai contenuti.

Il lavoro di approfondimento, analisi e nuove proposte segue di 5 anni il varo del precedente piano, ma da quel che pare di capire non intenderebbe stravolgere l’impianto. Analizza comunque alcune proposte. E probabilmente la principale di queste è la richiesta, che arriva dall'area triestina, di ripristinare una centrale 118 territoriale.

In Friuli Venezia Giulia è stata attivata ormai da alcuni anni la centrale unica per l’emergenza, che risponde al numero telefonico 112, che smista poi le richieste a seconda del tipo di emergenza segnalato. Se si tratta di un’emergenza sanitaria, la chiamata passa al 118, anche questo gestito da una centrale unica regionale, che ha accorpato le 4 provinciali precedentemente in funzione.

Il pressing che arriva dall’area triestina è di attivare una centrale territoriale che risponda alle esigenze della provincia. Nel caso in cui venisse meno la centrale unica 118, anche Pordenone rivendicherebbe il proprio diritto all’“autonomia”.

A quel punto la riforma del sistema compirebbe un bel po’ di passi indietro con l’istituzione di tre centrali per una regione da 1,2 milioni di abitanti. Cosa che, però, le normative nazionali non consentono.

Il decreto ministeriale n. 70 del 2015 che ha definito gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera, si occupa anche di emergenza e di centrali operative 118, alle quali va il compito di «valutare il grado di complessità dell'intervento, definire il grado di criticità dell’evento e attivare l’intervento più idoneo utilizzando i codici colore gravità», e di gestire le postazioni di elisoccorso, le ambulanze medicalizzate, le automediche ecc., stabilisce che nella revisione della rete si debba tenere conto della necessità che una centrale operativa 118 «abbia un bacino di riferimento orientativamente non inferiore a 600 mila e oltre abitanti», e che ce ne sia almeno una per regione e/o provincia autonoma.

Il Fvg all’epoca scelse di istituire una centrale unica in grado di dare copertura all’intero territorio, gestendo postazioni e mezzi nelle varie sedi (ospedali hub, ospedali di rete, postazioni).

Ora questa voglia di separazione si scontra con le direttive nazionali, e non trova oggettivamente giustificazione numerica per “separare” Trieste dal resto della regione.

Non dimenticando che l’area triestino-giuliana - volendo ragionare in termini di aziende - non ha i 600 mila residenti che è la soglia minima indicata dal Dm 70.

Ma non li ha nemmeno l’Azienda Sanitaria universitaria Friuli Centrale, che è la più estesa sotto il profilo territoriale, visto che va da Sappada a Lignano, da Tarvisio al Tagliamento, ma ha una popolazione di riferimento di circa 522 mila persone. E, infine, non li ha il pordenonese, che va poco oltre i 300 mila abitanti.

Il Nue 112, come detto, non è in discussione, anche perché con l’attivazione delle prossime centrali il numero unico sarà patrimonio di 40 milioni di italiani su 60. Bisognerà capire se ci sono proposte per una ulteriore riduzione dei tempi nel trasferimento delle richieste dal 112 al 118.

Nel documento tecnico che sarà esaminato i primi di marzo, saranno contenute anche valutazioni su tempi di intervento, modalità, volumi di attività ed efficacia della rete dei mezzi di soccorso e del servizio offerto alla popolazione regionale. Ma questi contenuti, proprio in attesa dell'ufficializzazione del documento predisposto dal gruppo di lavoro, restano ancora riservati.

 

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