Cacciatori, caso selvaggina Le verifiche: tutto a posto Riserva ad Aviano, le accuse del revisore Discipio confutate dal socio Lupieri «Ho visto la documentazione: nessuna irregolarità nella gestione degli animali»

AVIANO. I fagiani rilasciati dalla Riserva di caccia di Aviano sono regolari e forniti della documentazione richiesta dalla legge. È la replica di un cacciatore della Riserva, Paolo Lupieri, alle...
Di Donatella Schettini

AVIANO. I fagiani rilasciati dalla Riserva di caccia di Aviano sono regolari e forniti della documentazione richiesta dalla legge. È la replica di un cacciatore della Riserva, Paolo Lupieri, alle accuse mosse dal presidente dei revisori dei conti della Riserva, Filippi Discipio, secondo cui nella campagna avianese erano stati liberati oltre 800 fagiani privi della documentazione sanitaria. Non si sa che cosa sia stato rilasciato, aveva evidenziato, dopo avere segnalato la questione anche al veterinario del distretto sanitario.

La documentazione. Lupieri, con un passato da consigliere comunale, ha richiesto la documentazione alla Riserva: gli è stata fornita. Risulta che è tutto a posto. Troppo allarmanti le notizie diffuse, ha evidenziato Lupieri, tanto che ha voluto approfondire la questione esaminando le fatture d’acquisto degli animali, provenienti da una ditta di Conselve, in provincia di Padova, la Frizzarin Romeo allevamento e commercio animali. Viene indicata la quantità di fagiani inviati, 857, e il destinatario, ovvero la Riserva di caccia di Aviano. Stante la documentazione il cacciatore ed ex consigliere avianese ritiene che sia tutto regolare e quanto avvenuto sia solo l’ennesima “puntata” nella querelle che ha come protagonista da qualche tempo, la Riserva di caccia avianese.

Il socio. «Parlo da socio della Riserva – afferma Lupieri – Molta gente in paese oltre che molti cacciatori, tra cui io stesso, si chiede quando si concluderà questo modo di fare, di comunicare continuamente notizie su cose che, se veramente esistessero, sarebbero da discutere e da risolvere eventualmente in altro modo». Un agire che, secondo l’ex consigliere «getta discredito nel settore venatorio oltre allo stesso nome di Aviano». Osserva: «Ho chiesto la copia della documentazione di accompagnamento e mi è stata regolarmente consegnata».

Il caso. Il caso Riserva di caccia ad Aviano (la maggiore in regione) si trascina avanti da più di un anno. Era nato dopo la notifica ad alcuni soci cacciatori di multe da parte della Regione per non aver aggiornato i tesserini dell’attività. Ha scatenato nel tempo numerose prese di posizione, che avevano portato alle dimissioni dell’allora direttore, Giancarlo Ossena, rieletto alle elezioni successive.

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