Cacciatore spara vicino alle case Cittadini e “colleghi” si ribellano

Udine, l'’uomo è stato immortalato dai residenti di Beivars mentre camminava nei prati del parco del Torre. Il direttore della riserva di caccia, Silvano Buiatti: «Chi si comporta così deve essere espulso»

UDINE. Cacciatore spara vicino alle case fra Godia e Beivars. Alla rabbia dei cittadini (che hanno documentato la scena) è seguita quella del direttore della riserva udinese, Silvano Buiatti: «Queste persone non fanno parte della mentalità dei cacciatori e devono essere espulse. Me ne occuperò personalmente». Due settimane fa le doppiette hanno ripreso a sparare dopo la sosta estiva. E la prima domenica di riapertura un cacciatore si è spinto all’interno dell’abitato di Beivars. Ma un cittadino non si è perso d’animo e ha documentato la scena.

La fotografia è stata scattata dall’interno di una casa privata. Al centro dell’obiettivo c’è il cacciatore e sullo sfondo la scuola elementare Mazzini. Quanto a distanze la legge regionale è chiara: vietato avvicinarsi a meno di cento metri da abitazioni, fabbriche e posti di lavoro e a meno di 50 metri dalle strade. È vietato anche sparare in direzione dei centri abitati se non a distanze superiori i 150 metri.

«Se i cacciatori si spingono a distanze inferiori a quelle consentite dalla legge devono essere puniti», non accetta compromessi Buiatti. «Sono 30 i soci della riserva di caccia di Udine e non sarà difficile individuare il colpevole. Sarò io personalmente a segnalare il caso al Corpo forestale dello Stato». «Voglio fare pulizia – aggiunge Buiatti –: fra i cacciatori devono restare soltanto persone serie». Lo scorso fine settimana il direttore della riserva di Udine è stato chiamato dal Corpo forestale dello Stato per abbattere una volpe che si era rifugiata in un garage in via Buttrio.

«Abbiamo un ruolo onesto – sottolinea –. In quel caso l’animale era malato, anche se le analisi potranno confermarlo soltanto nei prossimi giorni». L’intera questione è subito arrivata agli uffici udinesi del Wwf. «La situazione è gravissima. Servono subito controlli contro gli illeciti e pure nei confronti dei cacciatori disonesti». La paura è che a finire sotto ai colpi delle doppiette siano animali domestici e persino persone. «I guardiacaccia devono lasciare le strade e ritornare al loro lavoro in mezzo a boschi e sterpaglie», chiedono dal Wwf. Ma caccia all’interno del Parco del Torre resta un nodo irrisolto.

Da tempo il Wwf chiede la limitazione, ma i cacciatori sul punto non vogliono sentire ragioni. «La riserva di caccia comprende l’intero territorio comunale, eccetto le aree vicine agli abitati o alle strade – precisa il direttore Buiatti –. Il Parco del Torre è una zona non attrezzata e ha un afflusso di visitatori neppure paragonabile a quello del Cormor. In ogni caso spariamo con ottiche molto potenti e mai potremmo confondere un cane o una persona con la selvaggina. La legge impone pure il riconoscimento del sesso dell’animale prima di esplodere un colpo». Come accennato i cacciatori potrebbero spingersi all’interno del parco del Cormor, ma hanno scelto di destinare la zona al ripopolamento.

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