Caccia, guerra tra le doppiette sui tesseramenti gratis

Federcaccia Udine e Pordenone propongono l’ingresso senza alcun costo. Ira delle altre associazioni di categoria che parlano di concorrenza sleale
caccia giornata apertura stagione venatoria.foto di yuri colleoni
caccia giornata apertura stagione venatoria.foto di yuri colleoni

UDINE. Fra i cacciatori è scoppiata la guerra dei tesseramenti. Federcaccia Udine e Pordenone propongono a giovani e nuovi iscritti l’ingresso a costo zero, facendo infuriare le altre associazioni di categoria e gli stessi vertici nazionali che parlano apertamente di «concorrenza sleale». A rischio è anche la neonata Fenaveri, federazione che riunisce tutte le realtà venatorie riconosciute dallo Stato.



La tessera annuale include l’ingresso in associazione e anche l’assicurazione civile. Con un versamento, dunque, il cacciatore è coperto anche per i premi annuali – obbligatori per legge – per la responsabilità sia verso terzi sia per infortuni contro se stesso. Normalmente il costo oscilla fra 70 e 150 euro, ma la proposta di Federcaccia Pordenone (da due anni) e Udine (al primo anno) prevede la totale gratuità della tessera base per il nuovo cacciatore o tiratore (quindi con il primo rilascio del porto d’armi uso caccia o sportivo). In caso di polizze più alte, è previsto lo sconto di 78 euro. Se invece il cacciatore proviene da un’altra associazione, è praticato uno sconto di 50 euro su qualsiasi tessera. Per tutti, un portadocumenti ad alta visibilità in omaggio.

Con un infuocato scambio di mail la notizia dei tesseramenti gratuiti si diffonde all’interno del mondo della caccia, fino a raggiungere i presidenti nazionali che subito stigmatizzano la scelta di Federcaccia. Il primo a sollevare la questione è il delegato regionale di Enalcaccia Fvg, Franco Meriggioli. È lui a parlare di «irregolarità e scorrettezze da parte delle sezioni territoriali di Udine e Pordenone» e chiede al presidente nazionale Gian Luca Dall’Olio di «ristabilire l’ordine con un’azione diretta». La notizia viaggia ben presto di bocca in bocca poiché l’azione di Federcaccia viene letta come un tentativo di “rubare” associati agli altri. E così, è anche il vicepresidente nazionale di Enalcaccia, Diano Santo, a segnalare il «comportamento sleale di Federcaccia Fvg. Questi episodi non fanno altro che avvalorare la tesi dei critici nei confronti del progetto Fenaveri. Noi invece, nonostante le difficoltà riscontrate, ci vogliamo ancora credere, ma non possiamo più tollerare che il comportamento di qualche sconsiderato personaggio rimetta in seria discussione il percorso sin qui fatto».

Fenaveri è la Federazione delle associazioni nazionali venatorie riconosciute, nata nel 2016 e ancora mai decollata. Giova precisare che la legge 157 del 1992 individua 7 associazioni cosiddette istituzionali. Quattro di queste sono presenti anche in regione: Federcaccia, Libera caccia, Enalcaccia e l’Arci caccia. A loro lo Stato riconosce una parte della tassa di concessione per il porto del fucile, circa 30 euro dei 130 versati da ogni cacciatore. Insomma, l’equilibrio è instabile. Ed Enalcaccia punta proprio su questo per scardinare il comportamento ritenuto lesivo di Federcaccia Fvg. «Voglio una presa di posizione ufficiale e pubblica che stigmatizzi tali comportamenti – ha protestato Santo –. Confido nell’opera di Dall’Olio per riportare a ragione quello che forse non tutti hanno ben compreso e cioè che, quando in comune si sceglie una strada da percorrere, ciascuno dei viaggiatori non è autorizzato a tagliare la strada agli altri per arrivare primo, altrimenti si rischia di fracassarci tutti le ossa».

Metafora più che esaustiva. La notizia dei tesseramenti gratuiti risale le scale gerarchiche delle associazioni e arriva fino ai tavoli dei numeri uno di Enalcaccia e Federcaccia, Lamberto Cardia e Gian Luca Dall’Olio. Il primo parla di un «comportamento gravemente scorretto tenuto da Fidc del Fvg. La politica di reclutamento contrasta con gli accordi stretti in Fenaveri perché danneggia le altre associazioni. Abbiamo concordato di offrire tessere base a pari costo, quindi vengono automaticamente escluse le formule gratuite». Stando così le cose, il presidente di Federcaccia Dall’Olio non poteva esimersi dall’intervenire. «Non possiamo condividere questa iniziativa poiché lede in maniera problematica l’intesa unitaria che stiamo costruendo non senza fatica – ha detto –. L’accordo raggiunto in Fenaveri è un principio che va rispettato in tutta la nostra periferia. Per di più, a differenza di Libera caccia, noi non abbiamo mai proposto prima iniziative di questo tipo che comportano una concorrenza sleale e non sono in linea con i principi di identità e di correttezza cui Fidc si ispira da sempre. Speriamo in un intervento urgente che risolva questa situazione».

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