Bufera sulle nomine in Consiglio regionale, il Pd minaccia: pronti all’esposto

UDINE. Il maxi-pacchetto di nomine ai piani alti del Consiglio regionale passa l’esame dell’Ufficio di presidenza, ma le figure scelte – così come i voti presenti e mancanti – mandano in fibrillazione la politica locale, accendono lo scontro tra Pd e Piero Mauro Zanin – con i dem che preannunciano la possibilità di bussare anche alla porta della Corte dei conti –, ma agitano pure le acque all’interno del centrosinistra.
Le nomine
L’esito della giornata di giovedì 19 dicembre, in ogni caso, certifica il passaggio di Fanny Codarin – unica a non aver ricevuto nemmeno un voto contrario – dal ruolo di caposegreteria di Riccardo Riccardi a quello di capo di Gabinetto di Zanin con un incarico triennale.
La promozione, con un contratto della stessa durata, di Fabio Carini al vertice dell’agenzia di comunicazione del Consiglio e quella – ancora da certificare perché sono stati gli stessi esponenti di maggioranza a chiedere un supplemento di verifica – di Pierluigi Molinaro a portavoce di Zanin fino al termine del 2020.
Attacco a Molinaro
Nel mirino del Pd, e in particolare dei due consiglieri dem in Ufficio di presidenza e cioè Cristiano Shaurli e Francesco Russo, oltre che di Furio Honsell che ha definito le nomine «sconcertanti», finisce prima di tutto Molinaro.
«Siamo di fronte al rischio di danno erariale – attacca Russo – perché Molinaro è in aspettativa dall’istituto bancario in cui lavora esclusivamente per il ruolo da assessore comunale a Forgaria. E soltanto grazie a questa scelta può essere nominato da Zanin, tra i forti dubbi della stessa maggioranza».
Con la conseguenza, prosegue Shaurli, che «visto il concetto di esclusività del pubblico impiego», se dovesse venir meno la giunta di Forgaria «Molinaro decadrebbe anche da portavoce».
Una posizione talmente chiara che non pare essere un caso se i due leghisti in Ufficio di presidenza – Simone Polesello e Stefano Mazzolini –, oltre a Emanuele Zanon, abbiano chiesto un supplemento di verifica come condizione necessaria al via libera.
Scontro su Carini
Pesante è stato anche l’affondo nei confronti di Carini. In questo caso i due dem hanno accusato Zanin «che non rappresenta più il Consiglio e ha svenduto l’Aula a Massimiliano Fedriga», secondo Shaurli, di aver cambiato la norma per consentire «a una persona senza laurea, che ha già fatto causa alla Regione all’epoca di Renzo Tondo e Debora Serracchiani, richiamata formalmente dalla Federazione di atletica per accuse di razzismo e censurata dall’ordine dei giornalisti» di occupare un posto «per il quale non ha le competenze».
Gabrovec e Zanin
La nomina di Codarin – «imposta da Riccardo Riccardi» per Shaurli – è passata con le astensioni delle opposizioni, ma anche quella del sariano Zanon con l’assenza di Igor Gabrovec determinante, nel caso in cui la minoranza avesse votato contro, e che ha mandato su tutte le furie Shaurli.
«Ufficialmente era impegnato con la famiglia – ha attaccato il segretario regionale del Pd –, ma ci sono momenti, in politica, in cui non si può mancare e il rapporto con lui per me è praticamente chiuso». Allo stesso tempo, Russo e Shaurli hanno attaccato direttamente Zanin per il doppio ruolo di presidente del Consiglio e quello nella società Mtf posseduta al 99% da Ambiente Servizi, a capitale pubblico, e all’1% dal Comune di Lignano.
«Serve una verifica da parte della Regione – concludono Russo e Shaurli – per capire eventuali profili di incompatibilità. Quanto a noi, dopo le indagini sulle posizioni di Molinaro e Carini, ci riserviamo di presentare un esposto alla Corte dei conti».
La replica di Zanin
Zanin, da parte sua, tira diritto. «Fare i processi alle intenzioni – spiega – significa scadere nella sterile polemica politica. Lasciamo lavorare queste persone e poi giudichiamole. Timori? No, Carini non farà il dirigente per cui non serve sia laureato e su Molinaro faremo un ulteriore controllo che, se dovesse essere negativo, porterà alla mancata stipula del contratto».
Quanto al suo doppio ruolo, infine, Zanin sostiene di «dedicare tre-quattro ore serali al lavoro in Mtf, una volta terminato quello per il Consiglio» e che siano i risultati a parlare sia in Aula sia nella società dove «in questi anni si è prodotta una redditività quattro volte superiore al valore di acquisto», ma spiegando anche che se la sua posizione fosse incompatibile chiederebbe «l’aspettativa». —
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