Bufera sugli appalti al Consorzio di bonifica Cellina Meduna

PORDENONE. Sono arrivati al Consorzio di bonifica Cellina Meduna, in via Matteotti, prima delle 7. Hanno perquisito la sede dell’ente, ma anche abitazioni private e studi professionali riempiendo casse di materiale. Carte, computer, tutto quello che potrebbe essere utile a un’indagine che va a scavare – da quanto si apprende – negli ultimi 12 anni di vita del consorzio e nello specifico nella gestione degli appalti. I militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, coordinati dal colonnello Rocco Laiola, hanno agito su mandato del pm Maria Grazia Zaina.
Gli indagati. I decreti di perquisizione e sequestro, con valore di apertura formale di indagine, sono stati recapitati a casa o in ufficio. I nomi riportati nell’atto sono otto, ma non si tratta degli unici indagati: c’è, infatti, l’espressa dizione «ed altri». Voci parlano di altre due persone.
Nell’elenco figurano al momento Americo Pippo, presidente del consorzio dal 1986, la segretaria Daniela Falcone, Renzo Scramoncin, direttore generale dell’ente fino al 2008, Roberto Egidi, direttore tecnico ai tempi di Scramoncin, Andrea De Götzen, attuale direttore tecnico, Livio Santarossa, responsabile dell’ufficio di progettazione, Mauro Muzzin, responsabile del servizio di economato e Paolo Sbrizzi, responsabile dell’ufficio appalti.
Le accuse. La procura contesta a vario titolo agli indagati le ipotesi di reato di abuso di ufficio, omissione di atti d’ufficio, turbativa d’asta nella gestione degli appalti e peculato. Accuse pesanti ipotizzate in un’indagine partita dal 2002, anche sulla base di un esposto.
La testimonianza. Lo stesso Scramoncin, per vent’anni al consorzio, sei anni fa è andato via. L’avviso di garanzia è un atto di tutela nei confronti dell’indagato «ma rischia di diventare una condanna preventiva» dice l’ex direttore. «In casa, all’alba, c’erano mia moglie e mia figlia. Io sto tornando dall’Albania dove mi trovavo per lavoro.
La Finanza fa il suo lavoro, non ho niente da dire su questo. Sono sereno, sono certo che le ipotesi a mio carico non troveranno riscontro. E’ chiaro che, però, sono amareggiato per il tenore delle accuse, anche nei confronti di colleghi stimatissimi che hanno sempre lavorato per il bene dell’ente. Sa, è vero che l’avviso di garanzia nasce per tutelare gli indagati ma provi a pensare cosa significhi per un libero professionista. Domani andrò a cercare lavoro e cosa crede che mi diranno?».
Il consorzio. Il presidente Pippo, che in questi mesi è stato al centro della polemica per le elezioni degli organismi di governo dell’ente – procedura che dovrebbe concludersi oggi – si affida a una breve nota dell’ufficio legale: «Il Consorzio di bonifica Cellina Meduna (tutelato dall’avvocato Cristina Bortolin), in relazione alle indagini in corso da parte della Procura della Repubblica di Pordenone, comunica di aver dato massima disponibilità e collaborazione alla Guardia di Finanza, essendo i soggetti coinvolti certi che le indagini potranno accertare la legittimità, correttezza e trasparenza della gestione dell’ente da parte dell’amministrazione e dei suoi dipendenti».
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