Brucia il magazzino Coop, inferno di fuoco

Distrutti circa 15 mila metri quadrati del capannone, danni per milioni di euro Le fiamme si sarebbero sprigionate dall’impianto di refrigerazione. Escluso il dolo
Di Andrea Sartori

SAN VITO. Fiamme alte decine di metri, dalle quali si è alzata una nube di fumo di enormi proporzioni. Quello che è forse il più vasto incendio divampato in provincia ha distrutto metà dei circa 30 mila metri quadri di magazzino della società cooperativa Centrale Adriatica di via Pinzano, nella zona industriale Ponte rosso.

Danni per molti milioni di euro per una realtà che dà lavoro, tra dipendenti e indotto, a oltre 200 persone, rifornendo 140 punti vendita Coop nel Triveneto.

Erano le 4.45 di ieri. Gaetano De Marco, autotraportatore pordenonese della Cooperativa trasporti alimentari (Cta, la sede è limitrofa alla Centrale), era appena rientrato da alcune consegne. Mancava poco alla fine del turno, iniziato a mezzanotte. «Ero alla centrale per caricare le consegne per San Vito, Casarsa e Cordovado – ha raccontato –. Ho notato il fumo nero e ho avvisato il capo di un altro reparto, che ha chiamato i vigili del fuoco». De Marco stava caricando nel lato del magazzino dedicato agli alimentari freschi: frutta, verdura, pesce, carne, formaggi, salumi. Reparto sul quale Coop Alleanza 3.0 ha investito di recente circa 2,5 milioni. «Ho notato un gran fumo – è la testimonianza di un altro dipendente di Cta, Emanuele Latorraca –, poi le finestre sono diventate incandescenti. Era l’area del reparto carni. Poi le fiamme si sono alzate e hanno “camminato” lungo il tetto. Mi sono precipitato a mettere al sicuro i camion».

In pochi istanti si è scatenato l’inferno: le fiamme hanno divorato circa 15 mila metri quadri di capannone in poche ore. All’interno c’erano solo otto dipendenti, che si sono messi al riparo senza conseguenze. In pochi minuti sono arrivati i vigili del fuoco: una cinquantina, con squadre dai quattro distaccamenti provinciali e da Udine, Codroipo, Treviso, e dalla base Usaf di Aviano. Alcune squadre – ieri sera erano 8 – sono rimaste sul posto sino a notte: erano ancora attivi, nell’ammasso di macerie, diversi focolai. Sul posto, per le indagini, i carabinieri. In campo anche Arpa (in corso le valutazioni su eventuali conseguenze ambientali), protezione civile, polizia locale e dipendenti del consorzio Zipr. Il pubblico ministero Maria Grazia Zaina ha aperto un fascicolo sulla base dell’articolo 423 del Codice penale (incendio). È stato disposto il sequestro.

Le cause sono al vaglio degli inquirenti. Una delle prime ipotesi è che le fiamme, per un malfunzionamento, un corto circuito o altre cause ancora da accertare (pare meno battuta la pista dolosa), siano partite da un impianto di refrigerazione del reparto. Da lì potrebbero essersi propagate attraverso le condotte d’aria, sino al muro tagliafuoco che divide la porzione di magazzino andata distrutta da quella che si è quasi interamente salvata, dedicata ai generi vari.

«È successo quello che mai si vorrebbe – ha detto Dino Bomben, vicepresidente vicario e marketing sociale di Coop Allenza 3.0 –. È ancora presto per definire la causa precisa. Attendiamo la conclusione delle prime perizie, così da capire anche l’entità del sequestro. Se non interesserà la zona generi vari, che per fortuna è rimasta in piedi, ripartiremo presto. I danni sono ingentissimi, per molti milioni di euro. Tra poco è dicembre e per noi era un momento molto positivo, stavamo vendendo bene. Questo ci crea un grosso problema. Ma l’importante è che non si sia fatto male nessuno».

La cooperativa ha riferito che «si sta già attrezzando per garantire le forniture dei punti vendita del Fvg e Veneto, attraverso le proprie piattaforme nelle altre regioni in cui opera». «Abbiamo inoltre già trovato un magazzino da affittare a Orcenico di Zoppola e ne affitteremo un altro – ha aggiunto Bomben –. Nei supermercati non mancherà nulla: la merce al momento del rogo era già in gran parte stata spedita e gli altri rifornimenti giungeranno da altri magazzini. L’intento è arrecare meno disagi possibili ai punti vendita».

E i dipendenti? C’è l’ipotesi cassa integrazione, ma ancora non è certa: occorre capire i tempi di ripresa, almeno nella porzione che si è salvata. Bomben ha rassicurato che «quanto c’era prima verrà ricostruito qui. Non sono possibili altre soluzioni».

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