Brigadiere in carcere per la cocaina in casa Difese al contrattacco

L’avvocato Mazzarella: tanto viavai di gente per i lavori edili I 7 grammi di marijuana? «Uso personale della convivente»
foto missinato - tribunale pn veduta
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Dopo tre notti trascorse in cella oggi il brigadiere capo dell’aliquota radiomobile di Sacile Fabio Carniel, 44 anni, arrestato per detenzione di cocaina ai fini di spaccio, affronterà l’interrogatorio. Dinanzi al gip Monica Biasutti l’indagato, difeso dall’avvocato Claudio Santarossa, avrà l’occasione di chiarire la sua posizione.

In rapida sequenza, stamattina, saranno interrogati anche i due cittadini dominicani Vizcaino Mieses, operaio di 39 anni che si trova agli arresti domiciliari a Sacile e la compagna di Carniel Josefa Andujar Benzant, 49 anni, donna delle pulizie, finita al carcere femminile di Trieste. Entrambi sono incensurati.

Sono stati i detective dell’Arma ad arrestare in flagranza il collega, per il quale è stato avviato l’iter per la sospensione dal servizio. Prima dell’alba di lunedì, mentre Carniel era di pattuglia (gli avevano assegnato il turno da mezzanotte alle sei del mattino) è scattata la perquisizione nella sua casa di Fontanafredda dove convive con la fidanzata Josefa su mandato del pm Carmelo Barbaro.

Nel comodino della camera da letto i militari dell’Arma hanno trovato la maggior parte della cocaina (49 grammi in tutto). Sono stati rinvenuti anche un bilancino di precisione e sette grammi di marijuana.

A Sacile, a casa di Mieses, sono stati sequestratialtri 47 grammi di droga. Erano già suddivisi in 41 dosi. L’operaio ha riferito agli inquirenti di aver ricevuto dieci grammi di cocaina dalla fidanzata di Carniel qualche giorno addietro.

Da mesi il nucleo investigativo di Pordenone, incaricato dal procuratore Raffaele Tito in persona, stava monitorando il brigadiere capo. I primi sospetti sul suo conto, ma non collegati a un’attività di spaccio, erano maturati nel contesto di un’altra indagine antidroga, l’operazione Nikol delle stazioni di Aviano e Polcenigo, che lo scorso maggio ha portato a cinque misure cautelari.

«La mia assistita ha ammesso l’uso personale della marijuana – ha affermato l’avvocato Maurizio Mazzarella che difende Benzant –. Siccome ha subito diversi infortuni, usava l’erba per alleviare il dolore. Della cocaina non sa nulla. In quella casa c’era un via vai di gente: era frequentata da quattro persone che facevano dei lavori di ristrutturazione, la casa è stata acquistata di recente. Uno dei conoscenti fra l’altro dormiva a casa loro da quindici giorni. Sul carabiniere? Solo chiacchiere».

L’avvocato Claudio Santarossa e l’avvocato Roberto Lombardini, difensore di Mieses, hanno preferito non rilasciare dichiarazioni. —



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