Brancati: «Positivo il senso unico ma cittadini e aula andavano coinvolti»

L’ex sindaco: «È tardiva l’apertura di Ziberna sulla viabilità Prima si dialoga, poi si parte in quarta realizzando le strisce»
Bumbaca Gorizia Anniversario 4° Stormo © Foto di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia Anniversario 4° Stormo © Foto di Pierluigi Bumbaca



A Vittorio Brancati sono fischiate le orecchie più volte in questi giorni. Perché l’ex sindaco, nell’ambito del Piano del traffico (che la sua giunta portò a termine), aveva previsto il senso unico in corso Italia ma in uscita verso la stazione Fs mentre l’entrata in città sarebbe dovuta essere via Duca d’Aosta, a sua volta a senso unico. Ma non se ne fece nulla. E l’Adoc, guidata dal vulcanico Ugo Previti, raccolse le firme, contribuendo al nulla di fatto. Oggi, il senso unico c’è, anche se diverso rispetto alla prospettiva brancatiana.

Ed è interessante sentire il pensiero dell’ex sindaco di centrosinistra. «La nuova disciplina del traffico? Non lo nascondo: la vedo positivamente. Solo che le cose vanno fatte con un Piano del traffico definito e organico: la città e i flussi di traffico devono avere una loro logica. La nostra proposta prevedeva di togliere una fila di parcheggi perché era in programma la realizzazione del multipiano di via Manzoni. Arrivò Ettore Romoli, cancellò il mega-parcheggio perché lo considerava un ecomostro e portò avanti l’idea della ciclabile sui controviali, assieme a pedoni, sedie e tavolini. Una soluzione, a mio parere, insostenibile e apprezzo che Ziberna abbia avuto il coraggio di affrontare diversamente la questione, portando le ciclabili sulla strada».

Piuttosto, quello che Brancati imputa all’attuale primo cittadino è l’aver deciso da solo, senza il coinvolgimento del Consiglio comunale. «È una scelta strategica per la città, ed è un errore non aver coinvolto l’assemblea cittadina. Ed è stato un altro sbaglio non aver chiesto il parere dei cittadini prima di entrare in azione con la nuova segnaletica e con i barattoli di vernice per fare le strisce. L’apertura odierna al dialogo appare tardiva. Bisognava mettersi a ragionare prima di partire lancia in resta». Brancati ammette anche che, quando si vanno a concretizzare progetti che minano le abitudini dei cittadini, succede il finimondo. «Ogniqualvolta, a Gorizia, si fa qualcosa accontenti tre persone, ma rischi di scontentarne cinque. È successo anche quando introducemmo la raccolta differenziata dei rifiuti con il porta a porta: ci fu la sollevazione di popolo con lo stesso centrodestra di Ziberna che fece le barricate. Oggi, nessuno più si lamenta. Il metodo di raccolta funziona e mi pare che la percentuale di differenziata stia salendo. Pareva un dramma, poi ci si è fatta l’abitudine».

L’ex sindaco, sul tema della viabilità, vedrebbe anche bene anche un’isola pedonale “allungata”: non solo quella, attuale, che si estende dal porticato dell’ex Cassa di risparmio a via Crispi, ma anche i tratti precedente e successivo «in maniera tale da dare uno spazio adeguato e, in sicurezza, ai tanti che si muovono a piedi. Gorizia è piccola e si può, anzi si deve privilegiare la mobilità pulita».

Qualcuno, anche all’interno del centrodestra, ha dichiarato che il senso unico per Ziberna può trasformarsi in quello che furono i T-Red, le temibili fotocamere ai semafori, per Brancati. Effetto boomerang, dunque. «Non lo so. Sicuramente se non avessimo introdotto i T-Red, credo che un secondo mandato l’avremmo fatto. È altrettanto vero che la questione-telecamere arrivò in un momento in cui il centrosinistra era parecchio agitato e mi fermo qua. Quando si decise l’installazione dei T-Red, io ero in ospedale per un’ernia discale e fu emanata una determina dirigenziale. Ero sindaco e mi sono sempre assunto, giustamente, la responsabilità. E poi, la sperimentazione non doveva durare solo 15 giorni ma almeno un mese. Ma è acqua passata». Di un fiume carsico? —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto