Braccio di ferro con la Telecom Ditta senza telefono per giorni

Undici giorni senza copertura telefonica, dunque senza la possibilità di effettuare chiamate, di collegarsi a internet, di ricevere e inviare e-mail. È un disservizio «pesantissimo» quello patito, fra il 6 e il 17 febbraio, dalla Tekna Costruzioni srl, azienda di Remanzacco che opera nel settore dell’edilizia e dell’impiantistica e che lavora prevalentemente con le pubbliche amministrazioni, su un bacino territoriale che dal Friuli Venezia Giulia si allarga fino al Veneto.
Solo nel tardo pomeriggio di lunedì, dopo un’”agonia” che ha sfiorato le due settimane, i telefoni della ditta hanno finalmente ripreso a squillare: è stato il sospirato epilogo di un lungo braccio di ferro con Telecom, contattata a ripetizione dal personale dell’impresa, che di volta in volta si sentiva indicare un termine di 48 ore per l’attuazione dell’intervento di riparazione del guasto alla base dell’impasse.
«Davvero un periodo critico, estremamente complicato», lamentano due dei 26 dipendenti della Tekna, il geometra Giovanni Muzzolon e l’ingegner Marco Giavaresco, i quali esasperati da una situazione che pareva senza sbocco hanno deciso di divulgare la spiacevole esperienza. Tutto, raccontano, è partito con l’errore di manovra di un camion, che ha provocato uno sversamento di gasolio sulla sede stradale, a breve distanza dallo stabilimento dell’azienda. «Il giorno successivo – testimoniano il geometra e l’ingegnere – una ditta specializzata ha iniziato i lavori di bonifica, che prevedevano anche lo sbancamento del terreno impregnato dalla sostanza. È stato proprio in quella fase che è stato intercettato e involontariamente tranciato il cavo della linea telefonica». L’inizio del calvario, commentano da Tekna Costruzioni, raccontando delle innumerevoli telefonate alla Telecom, delle vane attese – parecchi i rinvii dell’intervento, come detto –, dell’impossibilità di attivare quanto meno il servizio di deviazione di chiamata.
«Abbiamo già fatto un reclamo alla compagnia telefonica», informano i due dipendenti, che stanno approfondendo modalità e possibilità di un risarcimento: il danno subito non è quantificabile con precisione, ma è evidente «che per una realtà con 2,5 milioni di fatturato trovarsi completamente isolata e impossibilitata a comunicare è un problema serio».
«Il disservizio, che ha coinvolto anche un ambulatorio veterinario – concludono dalla ditta –, si è ripercosso in misura notevole sull’attività ordinaria, compromessa in maniera sostanziale». —
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