Borta: disegno in tv i gol dell’Udinese a Quelli che il calcio

UDINE. Il pittore dell’Udinese in onda domenica con “Quelli che il calcio”, ospite di Victoria Cabello. Parliamo di Gianni Borta, conosciuto per le sue tele coloratissime, ma anche per il suo amore per la squadra bianconera, non solo ai tempi del patròn Gianpaolo Pozzo, ma già nell’era di Dino Bruseschi. Gianni Borta è supporter dei colori bianco-nero da 60 anni. Con lo pseudonimo di “BoGi”, ricorda di avere disegnato le gesta calcistiche dei bianconeri e di avere poi disegnato poi disegnatore di azioni quando non c’era ancora la tv e quindi di vignette per il Messaggero Veneto.
Ha analizzato il gioco di Selmosson detto “raggio di luna”, ha sempre seguito Bredesen detto “panole”, il grande Lindskog e i bomber come Bettini e “Pecos Bill” Virgili, ma anche Secchi. Un calcio dipinto e raccontato. Alle gesta di Zico dedicò un’intera mostra e una collana di serigrafie. E allora, nessuno meglio di lui poteva fare disegnare l’Udinese, in diretta alla nuova edizione di Quelli che il calcio, che prenderà il via domenica 18 settembre alle 13.45 su Rai Due. Un’occasione per descrivere un calcio con parole e disegni, in compagnia di Victoria Cabello, la nuova presentatrice che sostituisce Simona Ventura. Gianni Borta è stato invitato per realizzare alcuni schizzi delle partite, in diretta. «Spero che mi facciano anche parlare oltre che disegnare – racconta Borta – la mia è pur sempre la voce di un friulano che parla di Udine». Il pittore confessa di essere emozionato per questa nuova avventura televisiva. «Per me è come la pittura – spiega – significa vivere una storia.
Mi sento un ambasciatore dell’Udinese, come sono sempre stato. A New York nel 1982 un tassista mi chiese di dove fossi. Di Udine, gli risposi, e lui urlò felice il nome di Zico. Questo Friuli è poco conosciuto all’estero, se non per la sua squadra». Borta è uno che ha viaggiato e continua a viaggiare il mondo e non perde mai occasione per parlare di Udine. Proprio in questi giorni espone a Stoccolma alla Alviks bibliotek, mentre fino al 23 settembre nella galleria rettori Tribbio in piazza Vecchia a Trieste è visitabile una sua personale. «Io faccio la mia parte dipingendo – aggiunge –, ma penso che ognuno debba fare la sua. In giro per l’Italia e soprattutto all’estero, prima dei miei quadri parlavo dell’Udinese e di Udine che nessuno conosceva. I successi della pattuglia di paròn Pozzo in Europa e l’avvento di Zico mi hanno esentato dal definire il mio luogo di origine vicino a Venezia».
Per Borta, lo sport è molto di più che il soggetto di tante sue opere. «Ho sempre considerato il calcio un fatto culturale – aggiunge – cioè uno strumento di cultura. L’arte espressione della civiltà dei popoli ha sempre trovato motivo ispiratore nel calcio, nei suoi colori, nella vivacità e partecipazione corale del pubblico, nell'energia che si libera dopo un goal e anche riscatto di chi subisce nella vita. Solo recentemente, l’attenzione della cultura ufficiale è diventata più concreta verso il calcio, come una delle componenti essenziali della vita. Se poi si parla di miglior gioco, come nel caso dell’Udinese, allora siamo in paradiso!».
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