Bomba carta lanciata allo stadio, multato il Nuovo Pordenone Calcio

Il giudice sportivo ha disposto un’ammenda di 1.500 euro alla società neroverde. La bomba carta lanciata da un 49enne aveva provocato il ferimento di 4 person

Massimo Pighin
Il petardo era stato lanciato allo stadio Bottecchia lo scorso 11 maggio
Il petardo era stato lanciato allo stadio Bottecchia lo scorso 11 maggio

Il giudice sportivo del comitato regionale della Lega nazionale dilettanti ha comminato un'ammenda di 1.500 euro al Nuovo Pordenone calcio in relazione a quanto accaduto, lo scorso 11 maggio allo stadio Bottecchia, in occasione della gara tra la squadra neroverde e l’Unione Smt, ultimo turno del campionato di Promozione.

Un 49enne, individuato pochi giorni dopo i fatti dalla Digos e denunciato, oltre che destinatario di un Daspo (divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive) di un anno emesso dal questore di Pordenone Giuseppe Solìmene, aveva lanciato “un petardo di forte intensità in direzione del terreno di gioco”, scrive nel comunicato il giudice sportivo.

Bomba carta lanciata allo stadio di Pordenone, quattro feriti: l’autore individuato dalla polizia
I danni causati alla barriera dall'esplosione del petardo

Il petardo era esploso nei pressi della barriera tra spalti e campo: l’aveva distrutta, facendo schizzare pezzi di vetro, alcuni dei quali avevano provocato il ferimento di quattro persone. Il giudice sportivo evidenzia che i tifosi del Pordenone “si sono immediatamente dissociati dal gesto e dal suo autore, abbandonando l’impianto sportivo e rinunciando, così, ai festeggiamenti previsti e programmati per l’avvenuta promozione della propria squadra alla categoria superiore”.

La società neroverde “si è subito dissociata dal gesto e dal suo autore condannando pubblicamente il fatto - scrive ancora il giudice sportivo - e collaborando fattivamente e proficuamente con la Procura federale e le forze dell’ordine, consentendo l’esatto accertamento dei fatti nonché l’individuazione del responsabile”.

Il giudice, nel sottolineare che il Pordenone aveva predisposto controlli all’ingresso del Bottecchia, sottolinea anche che “le persone di cui si è avvalsa la società ospitante non potevano procedere a perquisizioni personali dei sostenitori non essendo dotate dei relativi poteri ai sensi di legge”.

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