Bolzonello ha la sua civica, accordo fatto con i Cittadini

Alleanza tra Pd e lista di centrosinistra nata con Illy e che ora porta il nome del vicepresidente. Malattia: «Programma e valori condivisi». Il pretendente: siamo forti e possiamo vincere

PORDENONE. Da Riccardo Illy a Sergio Bolzonello, passando per l’esperienza, ormai quasi andata in archivio, di Debora Serracchiani. Il binomio tra Cittadini e Pd, nato nel 2002 quando il Nazareno non esisteva e ci si muoveva ancora sulla coppia Ds-Margherita, continuerà anche il 29 aprile – e pure in Consiglio regionale al netto del risultato elettorale –, con la storica lista di Bruno Malattia che si trasformerà nuovamente nella civica del candidato governatore.

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Dimenticati gli screzi e le incomprensioni del passato, con Malattia che ha archiviato tutto in un rapido passaggio nel quale ha sottolineato come il Pd «a volte tenda a imporre la propria volontà senza ascoltare gli alleati», i Cittadini guardano a primavera. L’asse strategico (leggasi il programma, per quanto poco possa valere in un’elezione diretta) si basa sulla semplificazione burocratica, la creazione di un organismo indipendente per tagliare le mille 228 leggi di cui è dotato il Fvg e valutare l’impatto delle politiche della Regione, oltre all’implementazione delle riforme varate nell’ultimo quinquennio con un’attenzione, particolare, alle infrastrutture.



Il Pd, quindi, si gode l’appoggio di Malattia «a un candidato che ha dimostrato coerenza, capacità di amministrazione e serietà», sorride con Antonella Grim che evidenzia «l’orgoglio e la soddisfazione per il prosieguo di un rapporto solidissimo e che continuerà con un candidato nel quale si conferma la credibilità riformista degli ultimi cinque anni» e passa la palla a colui che guiderà le truppe del centrosinistra alle Regionali. Bolzonello rilancia i tre temi chiave della sua campagna elettorale – lavoro, welfare e cultura – mettendo, astutamente, da parte quelli più scottanti per la giunta uscente, pone l’accento sul concetto di «una squadra di cui io posso essere il garante», ma soprattutto si vede (eccome, se si vede) che crede davvero nella vittoria.

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Alcuni contrassegni affissi al Viminale per la presentazione dei simboli elettorali, Roma, 21 gennaio 2018. ANSA/ANGELO CARCONI


Un po’ perché in tasca, come spiega lui stesso, ha una serie di sondaggi che fanno ben sperare, un po’ perché l’anima da maratoneta lo porta a puntare sulle lunghe distanze e non sugli sprint, ma parecchio – è la sensazione – perché osserva dall’altra parte della barricata un centrodestra preso dal gioco delle tre carte e incapace di trovare un candidato di sintesi, almeno sino al 4 marzo.

«Abbiamo una sessantina di giorni – spiega Bolzonello – per presentare ai cittadini la gran mole di lavoro svolta in questi cinque anni e raccoglierne i frutti in un’elezione in cui, per fortuna, si potrà discutere dei temi veri del Fvg, della credibilità dei candidati, senza lasciarsi condizionare dal dibattito nazionale e legarsi, completamente, ai simboli di partito».



Per vincere, come noto, serve una coalizione ampia e il vicepresidente lo sa bene. Ieri ha fissato una prima gamba sul tavolo dell’alleanza, una seconda – cioè la Slovenska Skupnost – è a un passo. Poi toccherà a una lista di sinistra. «Sì, OpenFvg – ha detto – sarà sicuramente della partita, ma io mi auguro che se ne affianchi ancora un’altra a sinistra anche perché ricordo che la vera discontinuità sta nei programmi di governo, visto che qualsiasi volto possiede un suo passato e quindi una sua continuità».


Ogni riferimento a Liberi e uguali è puramente voluto. Certo, per provare a chiudere con quel mondo di sinistra – al netto delle interlocuzioni già in atto – bisognerà attendere le Politiche e i successivi scenari romani. Ma a quella data Bolzonello, con ogni probabilità, arriverà più forte e strutturato di qualche settimana fa. Nel 2013 il centrosinistra vinse di 2 mila voti con un’affluenza del 50,4%. E se la storia si ripetesse? In fondo il 29 aprile è data di ponte festivo e a destra sembrano aver imparato molto poco dai propri errori.
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