Bocciato alle medie per sbaglio: la scuola rettifica e lo salva

Studente friulano ammesso alle superiori dopo il ricorso al Tar dei genitori. L’avvocato Mussato: «La media del 5,5 va arrotondata all’unità superiore»
20090713 - ROMA - EDU - MATURITA': PER 15 MILA STUDENTI NIENTE DIPLOMA. A SCRUTINI TRA MEDIE E SUPERIORI 10.000 BOCCIATI PER 5 CONDOTTA. Studenti guardano l'esito degli esami oggi a Roma 13 luglio 2009. ..ANSA/DANILO SCHIAVELLA /DC
20090713 - ROMA - EDU - MATURITA': PER 15 MILA STUDENTI NIENTE DIPLOMA. A SCRUTINI TRA MEDIE E SUPERIORI 10.000 BOCCIATI PER 5 CONDOTTA. Studenti guardano l'esito degli esami oggi a Roma 13 luglio 2009. ..ANSA/DANILO SCHIAVELLA /DC

Il figlio aveva sostenuto una prova, scritta e orale, non proprio esaltante, ma loro non si erano dati per vinti e, forti della sufficienza con cui era stato comunque ammesso all’esame di terza media, avevano impugnato la bocciatura. Il tribunale amministrativo regionale del Friuli Venezia Giulia e, ancor prima dell’udienza di merito, lo stesso consiglio di classe della scuola, un istituto della Bassa Friulana ravvedutosi a seguito del ricorso, hanno dato ragione ai genitori. E così, lunedì la campanella delle superiori ha suonato anche per il loro ragazzo.

Un errore aritmetico: di questo si era trattato. Una svista nel calcolo e nella successiva valutazione della somma dei risultati riportati dallo studente, che, tra voto di ammissione e media dei voti delle singole prove d’esame, aveva conseguito 5,5 decimi: media che, arrotondata per legge all’unità superiore, avrebbe potuto e dovuto garantire la promozione dello studente e che, a seguito del ricorso, gli insegnanti non hanno infatti esitato a rettificare con verbale del 29 agosto scorso. Una corsa contro il tempo, quindi, che ha permesso alla famiglia di procedere con le pratiche d’iscrizione del figlio alle superiori. Ma che tutti, preside e docenti compresi, hanno scontato a suon di carte bollate e patemi d’animo.

Era stato l’avvocato Pietro Mussato, cui i genitori si erano rivolti per ottenere l’annullamento della bocciatura, ad argomentare l’istanza di misura cautelare in fase monocratica. Considerato il rischio concreto che al ragazzo, in caso di accoglimento del ricorso, fosse ormai preclusa la possibilità di cominciare il nuovo anno scolastico nella scuola e nel corso di suo gradimento, il legale aveva chiesto che fosse sospesa l’efficacia del provvedimento. La risposta del Tar non si era fatta attendere: il 9 agosto, il presidente Oria Settesoldi, accogliendo le ragioni d’urgenza avanzate nel ricorso introduttivo, aveva decretato la sospensione dell’esito negativo del giudizio finale e fissato nel 5 settembre la camera di consiglio per la trattazione collegiale del caso.

Intanto, però, la prima decisione del giudice aveva avuto un effetto decisivo sulle sorti scolastiche del ragazzo. Compreso l’errore, l’istituto aveva provveduto a riunire le commissioni d’esame e, corretto in autotuela il verbale di giudizio, aveva licenziato l’allievo con il voto del 6. Una virata capace di porre fine alla vertenza e seguita quindi dalla sentenza di cessazione della materia del contendere, con conseguente condanna del ministero dell’Istruzione, costituitosi in giudizio, alla rifusione al ricorrente delle spese per un totale di mille euro, oltre agli oneri di legge.

È l’articolo 8, comma 7, del decreto legislativo 62 del 2017, a normare la materia nel primo ciclo di studi e negli esami di Stato. A stabilire, cioè, che la media va «arrotondata all’unità superiore per frazioni pari o superiori a 0,5». Cioè al 6. A monte, dunque, «un evidente errore oggettivo da parte della commissione», aveva scritto nel ricorso l’avvocato Mussato, ricordando come il ragazzo fosse stato ammesso all’esame con il 6 e come la media delle quattro prove sostenute (italiano, matematica, lingue straniere e il colloquio) avesse sortito un 5. 

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