Beni distratti dalla società Il pm chiede quattro anni per l’avvocato sospeso
Al processo per il crac della Tassan Srl che vede imputato l’avvocato Daniel Polo Pardise, 42 anni, di San Donà di Piave, sospeso dall’albo di Urbino, il procuratore Raffaele Tito ha chiesto la condanna a quattro anni di reclusione per varie ipotesi di bancarotta.
La coimputata Valeria Zamai, 49 anni, avianese, assistita di fiducia dall’avvocato Paolo Dell’Agnolo, ha chiesto invece di patteggiare, a seguito della modifica del capo d’accusa. Con il pm sono stati concordati due anni di reclusione, con il beneficio della condizionale. La sua posizione è stata pertanto stralciata dal procedimento principale e sarà definita alla prossima udienza dinanzi al tribunale collegiale, presieduto da Eugenio Pergola, a latere i giudici Milena Granata e Iuri De Biasi. Il terzo imputato, Tiziano Tassan Got, 67 anni, marito di Zamai, è deceduto. Il processo è stato aggiornato a venerdì prossimo per repliche e sentenza.
La Tassan srl si occupava di compravendita di terreni e fabbricati, costruzione e restauro e esercizio di opere di lottizzazione. È stata dichiarata fallita il 23 dicembre 2016. Il procuratore Tito ha osservato come il fatto sia «solare»: l’avvocato, in quanto professionista incaricato, ha redatto la domanda di concordato preventivo in bianco per la Tassan srl, con piena consapevolezza del dolo di bancarotta. La società, secondo l’accusa, era in crisi finanziaria già da otto anni. Il pm ha contestato la distrazione di proprietà immobiliari per 484 mila euro dalla società fallita, ceduti all’Apache Group di cui lo stesso Polo Pardise era l’amministratore unico. L’atto notarile è stato sottoscritto da Zamai per conto di Tassan srl e da Polo Pardise per l’Apache group. Il procuratore ha stigmatizzato Polo Pardise per «aver tradito la toga», evidenziando la necessità di tutelare l’immagine dell’avvocatura sso reati
L’avvocato Sara Furlan, con la quale si è costituito il fallimento Tassan srl ha osservato come la compravendita abbia fatto uscire gli immobili di Corte Marchi dalla fallita, ovvero l’attivo patrimoniale più importante della società, senza corrispondere alcunché visto che l’accollo previsto dal contratto non è liberatorio. Il legale ha evidenziato poi come l’avvocato Polo Pardise si sia insinuato nel fallimento Tassan come creditore, chiedendo 200 mila euro per le sue competenze legali.
L’avvocato Luca Donadon, legale di fiducia di Polo Pardise, ha concluso per l’assoluzione, bollando come infondate le accuse. La prova risiede, secondo la difesa, nello stesso contratto di compravendita: è stato pattuito il corrispettivo della cessione degli immobili e il pagamento è avvenuto mediante accollo per corrispondente quota del debito di oltre 3 milioni di euro assunto dalla Tassan srl nei confronti della banca di credito cooperativo. —
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