Beivars, un paese dentro la città

Lunedì, alle 10.30, alla pizzeria di via Emilia, affrontiamo i problemi del quartiere con gli abitanti
Di Giacomina Pellizzari

Beivars la frazione di Udine che non ha mai perso la fisionomia di paese. Qui, all’estrema periferia nord della città, gli agricoltori che un tempo abitavano il nucleo storico hanno fatto spazio a chi cerca un alloggio a prezzi accessibili e a chi ama vivere in campagna. Lunedì, il tour nei quartieri del Messaggero Veneto farà tappa alla pizzeria Beivars, in via Emilia 1218/A, per raccontare assieme ai cittadini una realtà che vuole crescere anche dal punto di vista demografico. Vuole farlo per rivendicare il potenziamento dei servizi. L’appuntamento è alle 10.30 con il caffè offerto dal giornale. La popolazione è invitata a partecipare.

Da queste parti il problema più grosso è quello della viabilità che mal si concilia con l’anima del luogo. Le vie Emilia e Bariglaria separano il borgo storico dalle lottizzazion, sono prive di marciapiedi e la segnaletica orizzontale è spesso illeggibile. Negli anni le raccolte di firme tra i residenti si sono susseguite, ma alcuni disagi restano.

Lungo queste strade che collegano la città ai comuni limitrofi, il traffico è elevato. Anche se i mezzi pesanti sono in calo i residenti continuano ad avvertire il rischio incidenti. Anche perché l’illuminazione pubblica è carente. Ai bordi della piazza ruota il borgo storico vincolato dal Piano regolatore a tutela dell’architettura antica. Ed è proprio quel vincolo a creare più di qualche malumore tra chi vorrebbe ammodernare la propria abitazione e si ritrova a dover seguire le indicazioni imposte dalle istituzioni. Analoga la situazione dal punto di vista urbanistico con la piazza tirata a lustro che si anima raramente. Gli abitanti nati e cresciuti a Beivars difendono la dimensione bucolica e guardano con interesse alle palazzine sorte pochi anni fa auspicando di vederle sempre tutte abitate. Poco importa se, dal punto di vista estetico, gli edifici si discostano dall’architettura rurale, i cittadini sono convinti che la forza della comunità si misura anche con i numeri. Della serie: «Più siamo a chiedere la sistemazione delle strade più otteniamo». La denatalità si fa sentire anche a Beivars, dove all’inizio dell’anno scolastico mancava più di qualche iscrizione per garantire la formazione delle classi prime. Molto spesso i genitori trasferiscono i figli nelle scuole situate lungo i percorsi lavorativi. L’attaccamento al quartiere non viene sempre percepito. La gente esce presto la mattina e torna la sera. Ecco perché qualcuno parla di quartiere dormitorio. Un quartiere dove gli orti urbani piacciono anche se molti residenti coltivano da sempre gli appezzamenti di terreno attorno alle case. Pure il parco del Torre richiama gli amanti della passeggiata nonostante d’estate, complice l’assenza degli alberi, nelle ore più calde l’area diventi infrequentabile.

Problemi vecchi e nuovi assillano la periferia dal volto antico espresso al meglio dallo storico cartello del Touring club sponsorizzato dalla compagnia petrolifera Lampo. Quel cartello indica Beivars (Fraz. di Udine) da quasi un secolo. È un cartello da collezione che continua ad attirare l’interesse dei turisti e degli udinesi amanti della storia.

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