Barei-Fasano, chiesti sequestri per 1,6 milioni

Udine, l’ex commercialista e l’imprenditore al centro di una nuova inchiesta per evasione delle imposte attraverso crediti Iva inesistenti
Udine 9 Aprile 2015 tribunale Telefoto Copyright Petrussi Foto Press - TURCO
Udine 9 Aprile 2015 tribunale Telefoto Copyright Petrussi Foto Press - TURCO

UDINE. L’obiettivo era sempre lo stesso: dribblare il Fisco. Massimo Fasano, 48 anni, di Pavia di Udine, lo aveva fatto già nel 2007, quando, per consentire l’evasione delle imposte alla “Tipografia srl” di via Zanussi, di cui era stato il legale rappresentante e poi anche il liquidatore, aveva emesso due finte fatture per complessivi 9.282.000 euro.

E altrettanto avrebbe ripetuto negli anni d’imposta compresi tra il 2009 e il 2012, quando, agendo in qualità di legale rappresentante della “Primeoffset srl” di viale Palmanova e partendo proprio dal presunto credito Iva maturato da quelle due fatture, avrebbe omesso il versamento delle imposte, utilizzando in compensazione crediti non spettanti o inesistenti per un valore complessivo di 2.172.000 euro.

A consigliarlo, prima e dopo, sarebbe stato il solito Stefano Barei, 48 anni, di Udine, suo commercialista di fiducia e amministratore di fatto della Primeoffset.

È sulla base di questa ipotesi accusatoria - l’ennesima a carico di Barei, che l’Ordine dei commercialisti ha radiato dal proprio Albo lo scorso 14 luglio e che finora ha patteggiato un anno e quattro mesi di reclusione, e la seconda per Fasano, condannato in abbreviato a un anno e due mesi per i fatti del 2007 -, che la Procura di Udine ha chiesto e ottenuto dal gip l’emissione di un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, di una somma di denaro pari a 1.669.218 euro.

Naturalmente da attingersi dai beni, o da quel che ne rimane, di Fasano e Barei. Il provvedimento è stato notificato alcune settimane fa dalla Guardia di finanza a entrambi gli indagati e ai rispettivi difensori.

Della cifra indicata dal magistrato, tuttavia, soltanto una minima parte risulta al momento “congelata”. Barei, al quale il pm Marco Panzeri, già nel 2012, aveva fatto sequestrare immobili e terreni per 8 milioni di euro nell’ambito di un precedente filone di inchiesta che lo vedeva indagato in concorso con un imprenditore toscano per diversi reati fiscali, risulta ormai – a dire del suo difensore, avvocato Paolo Viezzi – nullatenente o quasi.

Per Fasano, invece, l’avvocato Maurizio Conti ha già ottenuto lo sblocco delle quote societarie che gli erano state sequestrate, a fronte del versamento di una garanzia di 55 mila euro, messa a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa del processo. «Processo – precisa il suo difensore – che confidiamo di chiudere con sentenza di assoluzione».

Due le vicende finite sotto la lente degli inquirenti e ritenute in continuità tra loro anche dal giudice Emanuele Lazzàro.

Si parte dalla Tipografia e dalle due fatture emesse nel 2007 per operazioni inesistenti dalla “Fotolito Udinese srl”, amministrata anche da Fasano, si continua passando attraverso la Primeoffset, costituita acquisendo il ramo d’azienda della Tipografia e il relativo credito Iva (pari a 760.000 euro) adoperato per indebita compensazione, e si finisce con la “Abile srl” di Napoli, che la Primeoffset acquisisce nel 2011, con tanto di credito d’Iva (pari a 1.412.000 euro) a sua volta considerato dagli inquirenti fittizio e nuovamente utilizzato dagli indagati in compensazione.

Rispetto a quest’ulteriore tornata di accuse, Fasano aveva già fornito i propri chiarimenti alla Finanza nell’interrogatorio chiesto e tenuto prima della chiusura delle indagini preliminari.

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