Barattin è spirato Il volley piange l’uomo e lo sportivo

Si è conclusa ieri sera, all’ospedale di Udine, l’esistenza terrena di Nicola Barattin. La moglie Valentina Marson ha deciso per l’ultimo gesto di generosità: il dono degli organi per salvare altre vite. Al capezzale di Nicola, giocatore di hockey e poi allenatore e presidente nel mondo del volley, sono stati fino all’ultimo, oltre alla moglie, la cognata Elena Marson e gli anziani genitori Giancarlo e Gabriella Barattin. Nicola lascia anche una sorella Federica, e i figli Riccardo, 14 anni, e Federico, 2.
Proprio Riccardo, dopo aver visto il padre per l’ultima volta, ha giocato nelle file della Sacilese una gara valida per il torneo di Fontanafredda. «Ha deciso di scendere in campo perchè il padre avrebbe voluto così e ha pure segnato – ha raccontato in lacrime Gianni Marson, suocero di Nicola –. E’ andato a Udine, ha visto il padre per l’ultima volta e gli ha promesso che avrebbe giocato».
L’ultima giornata prima del malore Nicola Barattin l’ha trascorsa a Caorle con la famiglia. Poi il ritorno a Cordenons, nella sua abitazione, e l’aneurisma cerebrale, in bagno, all’alba di lunedì scorso.
«Non posso credere a quanto accaduto. Non riesco ancora a crederci – ha detto Marson -. Ho vissuto questa tragedia “in diretta”. Mi sono precipitato a casa di Nicola e ho seguito i soccorsi. Fino a poche ore prima abbiamo scherzato come sempre, tagliando i pomodori del suo orto. Ora non c’è più. Ora dovrò fare da padre a entrambi i ragazzi. Al più grande avevo già parlato dopo il ricovero a Udine. Li seguirò finchè non saranno grandi».
A Pordenone intanto si era pensato di organizzare il funerale di Nicola Barattin in palestra, ma poi l’ipotesi è tramontata. Affranto Franco Alberti, già presidente del volley San Lorenzo e poi manager della prima squadra di “Insieme per Pordenone”. «Avevamo un sacco di progetti da realizzare assieme – ha detto Alberti - non riesco a crederci». Un sentimento comune tra chi ha conosciuto e voluto bene a Nicola. Il suo percorso, da uomo e da sportivo, non sarà dimenticato.
Rosario Padovano
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