Bar Tavernetta addio dopo tre secoli di storia

San Giovanni al Natisone perde un locale che è un punto di riferimento
San Giovanni al Natisone 10 dicembre 2015 Chiude il Bar Tavernetta di via Roma. Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone
San Giovanni al Natisone 10 dicembre 2015 Chiude il Bar Tavernetta di via Roma. Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

SAN GIOVANNI AL NATISONE. Volevano che la chiusura passasse in sordina, discreti e delicati come lo sono stati negli oltre cinquant’anni di loro gestione dietro al bancone, ma invece da giorni, in paese e dintorni, non si parla d’altro.

Rico e Graziella con la tristezza nel cuore – ma consapevoli che l’età e qualche acciacco segnano il percorso di vita di ognuno di noi – hanno deciso di chiudere per sempre il loro locale di via Roma, il bar Tavernetta, punto di riferimento per giovani e meno giovani che lo hanno frequentato dagli inizi degli Anni Sessanta a oggi.

Non ci saranno più gli ottimi gelati, i toast farciti, i panini dov’era contenuto più prosciutto che pane, ma soprattutto quel luogo di tanti ricordi che ha contribuito a scrivere una pagina importante della vita sociale ed economica del paese chiuderà per sempre i battenti.

Il bar ha radici lontane, pare a inizio novecento; lo gestiva la zia Italia e prima ancora i nonni con la signora Corinna Gambin, una donna veneta che portò l’innovazione del gelato che ancor oggi si degusta. Un locale che nel dopoguerra (allora chiamato bar Sport) fungeva anche da trattoria ed è stato tra i primi in paese ad avere il televisore.

Aveva accanto anche un piccolo negozio di giocattoli e nel giardinetto si soffermavano spesso i primi imprenditori della sedia.

Nei primi Anni Sessanta la svolta quando a gestirlo arrivarono Enrico e sua moglie Graziella che dopo il loro matrimonio presero il locale della zia dandogli un volto nuovo per mettersi al passo con i tempi. Il juke box con le ultime novità, le feste, i ritrovi spensierati dei tanti manzanesi unitamente alla cortesia, alla fraternità di Rico e Graziella ne hanno fatto poi un’icona.

Nel loro bar sono passate molte generazioni e ordine, pulizia maniacale, qualità e un ottimo caffè sono rimasti immutati nel tempo e questa loro decisione ha lasciato in tutti molta amarezza.

Fra le tante cose che si possono ricordare ce n’è una su tutte: il grande tifo per la Juventus, tanto felici e festosi quando vinceva quanto tristi e poco loquaci quando invece perdeva.

«Non può che dispiacermi – sottolinea il primo cittadino Valter Braida – per me questo bar in passato era la mia seconda casa; la signora Italia, allora titolare, mi preparava pranzo e cena e di questa famiglia mi sentivo e mi sento ancora parte. Dispiace anche a me, sia come persona che come sindaco, che un locale come questo, che ha significato molto per la mia generazione e per il paese intero, chiuda i battenti; spero soltanto – conclude Braida – che Rico e Graziella si godano serenamente la pensione.

«Quando un locale così, che è stato un esempio di attaccamento e un ritrovo di eccellenza per molti, abbassa per sempre la saracinesca – gli fa eco Franco Costantini, sindaco per lunghi anni – lascia molta amarezza. Purtroppo viene a mancare la continuità nella gestione familiare (la figlia vive altrove e le nipoti studiano e lavorano in Australia) e quindi capisco la decisione di non passare ad altri».

Mancano pochi giorni alla chiusura e quelli che un tempo erano assidui frequentatori, che hanno fatto della Tavernetta il luogo del loro divertimento, si stanno organizzando per fare una festa e per mettersi loro questa volta dietro al bancone per servire Rico e Graziella e tutti i loro amici.

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