Bancaria ha sottratto ai clienti oltre due milioni di euro

La donna, dipendente della filiale di Tolmezzo del Banco di Brescia - Ubi Banca, aveva carpito la fiducia dei truffati. L’inchiesta è nata dalla denuncia di un anziano che aveva “visto” sparire 150 mila euro dal suo conto

TOLMEZZO. Oltre due milioni di euro: è la somma che una dipendente della filiale di Tolmezzo del Banco di Brescia - Ubi Banca è accusata di aver sottratto dai conti correnti di clienti che si fidavano quasi ciecamente di lei.

Una sottrazione sembra legata alla sfrenata passione per il lusso della donna, Michela Chiaruttini, 53 anni di Enemonzo, che è stata messa agli arresti domiciliari e sottoposta al sequestro preventivo di beni perchè ritenuta responsabile di truffa e riciclaggio.

Coinvolto anche il compagno della donna nell’inchiesta che si è chiusa di lunedì 3, era coordinata dalla Procura di Udine ed è stata condotta dai carabinieri della stazione dei carabinieri di Tolmezzo e dai finanzieri della Compagnia di Gdf.

Le indagini sono partite nel gennaio 2016, quando al comando stazione carabinieri di Tolmezzo si era presentato un anziano cliente, titolare di conto corrente acceso nella banca lamentando un ammanco di circa 150mila euro.

L’anziano, come sarà verificato poi, aveva intrattenuto rapporti e operato esclusivamente con l’impiegata indagata, che conosceva bene e di cui aveva profonda fiducia e stima.

La stessa cosa è successa ad altri clienti, raggirati dalla donna. Si tratta in prevalenza di persone anziane o di persone che, dopo aver lavorato all’estero, erano rientrate in Italia con i risparmi di una vita.

La donna, carpendo la fiducia dei vari correntisti, aveva prospettato loro la possibilità di fare proficui investimenti finanziari in titoli o azioni.

Quindi, si faceva consegnare denaro contante in più tranche e operava materialmente sui conti corrente dei truffati, sostituendosi a loro, senza che ne sapessero nulla.

I soldi poi non erano investiti come promesso, ma intascati o dirottati su altri conti correnti paralleli, all’insaputa degli ignari clienti.

Per convincere le persone truffate l’indagata consegnava ai risparmiatori dei rendiconti falsi.

I carabinieri si sono resi che non si trattava di un caso singolo; hanno contattato le altre potenziali vittime e poi raccolto le denunce.

Nell’indagine a quel punto è entrata anche la Guardia di finanza.

Nel corso della perquisizione di lunedì mattina è stata trovata e sequestrata varia documentazione probatoria sia cartacea sia elettronica tra cui un’agenda, considerata poi dagli investigatori, il “libro mastro” contenente dettagli importantissimi per la ricostruzione delle truffe.

Contestualmente alla perquisizione, alla coppia sono stati sequestrati beni immobili e mobili per un valore pari a 250mila euro tra cui: settemila euro in contanti; 18 borse di vari modelli e marche (Luis Vuitton, Prada, Fendi, Chanel per citarne alcune) del valore complessivo di circa seimila euro; un’abitazione del valore di 160 mila euro; un’autovettura Audi Q3.

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