Banca di Vicenza, Mion assicura i dipendenti: state tranquilli

PADOVA. Se per le banche venete la prima parola chiave è «velocità», la seconda deve essere, per forza, «tranquillità». Specie dopo la fuga dei depositi innescata dalla recente miccia del temuto bail in. «Tutti hanno in mente di fare presto, c'è un grande interesse da parte di tutti per fare presto, speriamo» ha detto, in uscita dal cda, il presidente Bpvi Gianni Mion, rassicurando clienti e dipendenti: «Stanno tutti lavorando, bisogna stare tranquilli». In cda «abbiamo risposto alle domande della Bce» che ha chiesto «informazioni e chiarimenti sul piano» ha precisato Mion.
E così anche per Veneto Banca anch’essa riunita ieri in Cda ma che, rispetto a Vicenza, somma un leggero ritardo nell’approvazione dei dati 2016. Incombenza che sarà espletata lunedì 3 aprile. Sapremo così se: quella stima di un miliardo di perdite è reale; se il capitale è sotto soglia, come Bpvi, se la liquidità è sotto pressione come a Vicenza.
Da qui una nuova emissione per 2,2 miliardi di bond garantiti che potrebbe lanciare anche Montebelluna. «Tutti sono al lavoro» per cercare di mettere in salvo le banche, ha assicurato ieri Mion. Che, in merito alle interlocuzioni con Bce, chiamata ad approvare il piano di fusione e ad esaminare assieme alla Commissione Ue la richiesta di aiuti di stato, ha detto: «Abbiamo risposto a delle domande, vediamo che cosa ci dicono e speriamo che le risposte ci piacciano».
Da Vicenza si guarda con favore all'impegno della Commissione Ue, a «fare presto» anche se nessuno azzarda una tempistica. Nemmeno, il già più positivo, rispetto 10 giorni fa, sottosegretario Pier Paolo Baretta. Per quanto riguarda il capitale non sono attese grandi sorprese rispetto ai 4,7 miliardi di fabbisogno sottesi al piano industriale presentato alla Bce e che prevede una fusione tra i due istituti. «Vediamo con piacere l’ipotesi della fusione tra le due banche.
La partita adesso si gioca fra Bruxelles e Francoforte e la giocano il Tesoro, Banca d’Italia e Quaestio» ha ribadito il presidente di Cdp Claudio Costamagna. Davide Zoggia, Pierluigi Bersani e Michele Ragosta (Movimento democratico progressista) hanno presentato un’interpellanza urgente a al ministro Pier Carlo Padoan sulla crisi della Banca Popolare di Vicenza.
Dopo aver ricordato le vicende della Banca vicentina, dall'offerta pubblica di transazione, fin ai più recenti passaggi, gli esponenti di Mdp chiedono a Padoan «quali azioni urgenti il governo intenda intraprendere al fine di scongiurare il precipitare della crisi che la Banca popolare di Vicenza sta attraversando».
Intanto, mentre una signora veronese avrebbe ottenuto un risarcimento di 2.500 da Veneto Banca per violazione degli obblighi informativi sulla natura delle azioni illiquide, Cattolica - si legge a bilancio - si prepara a ingrossare le fila dei soci che stanno facendo causa alla Bpvi e mette nel mirino il prospetto dell'aumento di capitale del 2014. Cattolica, si legge nel progetto di bilancio 2016, «ha deciso di verificare eventuali presupposti e condizioni per l'eventuale tutela delle proprie ragioni quale investitore in Bpvi».
Il parere chiesto hai consulenti legali ha evidenziato «la teorica sussistenza di dette ragioni risarcitorie» ma anche «l'opportunità di attendere, per l'avvio delle relative azioni, l'esito degli accertamenti e dei procedimenti sanzionatori Consob».
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