Azioni bloccate, la Popolare di Cividale ha un piano

UDINE. Gli ultimi fortunati che sono riusciti a vendere 100 azioni della Banca Popolare di Cividale hanno incassato i soldi, 19,60 euro per ciascun titolo, il 9 giugno scorso. Da allora tutte le aste settimanali sono andate a vuoto. Nel senso che nessuno ha comprato più nemmeno un’azione, a quel prezzo.
Prima di tale data, seppure a singhiozzo, qualche contrattazione era andata a buon fine, ma è ormai da dicembre 2015 che il flusso si è fatto via via più esiguo, fino ad arrestarsi. E così, con risparmiatori che sono in attesa di cedere i loro pacchetti anche da due anni, la pressione sui vertici dell’istituto è diventata forte.
Tanto che a Roma, a ottobre, si è costituito un tavolo a livello nazionale, nella sede di Assopopolari, per provare a risolvere la grana. Perchè il problema dei titoli illiquidi è comune un po’ a tutte le piccole Popolari.
La presidente di Civibank Michela Del Piero affronta di petto la questione, senza spargere illusioni a buon mercato.
«Abbiamo due esigenze - spiega la numero uno dell’istituto - far vendere le azioni e tutelarne il valore. Al momento i 19,60 euro della quotazione sono lo specchio fedele del patrimonio netto, da questo punto di vista siamo più che tranquilli. Ma purtroppo a quel prezzo lì nessuno acquista. Ecco che nel corso del 2017, probabilmente già nei primi mesi del prossimo anno, qualcosa succederà. Stiamo valutando, a livello nazionale, le opzioni sul tavolo».
«Puntiamo a una discesa soft della quotazione, penalizzando il meno possibile i soci e - prosegue - trovando una piattaforma di negoziazione nuova e affidabile, visto che quella attuale non dà sbocchi. All’orizzonte non c’è un taglio del valore, come è stato fatto due anni fa, è bene chiarirlo. Semplicemente le azioni saranno messe sul mercato secondario, dove potranno oscillare».
«Quando l’operazione sarà perfezionata ne illustreremo - conclude la presidente - i dettagli ai detentori dei pacchetti e ai risparmiatori, ma non credo sia necessario un passaggio formale in assemblea. Il nostro istituto, pur in un contesto non facile, sta andando bene. Puntiamo a potenziare la redditività e il numero dei soci aumenta. Il tavolo di esperti, amministratori e funzionari che è stato costituito in Assopopolari sta lavorando e presto avremo le soluzioni definitive».
Una strada, sicuramente, la Popolare di Cividale non percorrerà. Ed è quella imboccata dalla Valsabbina, una banca lombarda nota in Friuli per avere di recente assorbito alcune ex filiali di Hypo Bank.
A inizio 2016 il titolo della Valsabbina valeva 18 euro, poi un’assemblea dei soci stabilì, non senza malumori, una riduzione a 14 euro. Nel luglio scorso, a seguito dell’approvazione alla quotazione sul mercato Hi-Mtf, è stato deciso di quotare le azioni sul comparto “order driven” di tale mercato.
Dalla quotazione su Hi-Mtf il titolo è sceso del 20% ogni 2,3 settimane fino a toccare il minimo di 4,60 euro (in ottobre), mentre di recente è risalito a 6. A oggi la perdita è del 66% del valore di inizio anno.
E’ sintomatico il fatto che ci sono voluti tre mesi dall’avvio dell’operazione per trovare un minimo di equilibrio tra domanda e offerta.
La nuova policy infatti prevede aste settimanali in cui il prezzo può scostarsi del +/-10% rispetto al precedente, ed eventualmente +/-20% se l’asta precedente va vuota.
Nelle prime settimane di quotazione la forte pressione al ribasso impediva dunque la formazione dei prezzi.
Ma questa, come detto, non è l’idea che ha in mente Civibank. «Non faremo come la Valsabbina - assicura Del Piero -, troveremo soluzioni alternative. Loro si sono schiantati».
Se comunque attualmente è impossibile vendere il titolo di Civibank, c’è da sottolineare che in passato l’investimento è stato redditizio.
Basti pensare che sono stati garantiti lauti dividendi (fino a 70 centesimi per azione nel 2005) dal 2000 a oggi, con la parentesi del biennio 2013-14. Il 2017 rappresenterà dunque un nuovo e importante capitolo per le azioni dell’unica Popolare interamente friulana.
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