Avviò numerosi negozi di calzature: addio a Dora Pivetta, l’imprenditrice che amava viaggiare

LIGNANO. È morta l’imprenditrice Dora Pivetta, che a partire dall’inizio degli anni Sessanta avviò assieme al marito Mario Di Girolamo (mancato nel 2007) e al cognato Dante Di Girolamo numerosi negozi di calzature a Lignano, contandone, nel tempo, sette in totale fra i quali lo storico “Max” di Pineta.
Nata nel 1939 a Brugnera, si trasferì da bambina assieme al padre nella città marittima dove, negli anni 50, conobbe il marito con il quale ebbe due figli: Maurizio e Massimiliano, che già da parecchi anni hanno entrambi preso le redini delle attività di famiglia.
A 18 anni, Dora Pivetta iniziò dapprima a lavorare dietro al bancone del panificio Argento di Lignano Sabbiadoro (ex Cocetta), per poi dedicarsi al settore delle calzature, come detto, insieme al marito e al cognato. Amante dei viaggi, sia all’estero che in Italia, «che ha continuato a fare (sebbene a raggio meno ampio) anche dopo l’episodio che alla fine degli anni Ottanta la lasciò emiplegica – racconta il figlio Massimiliano Di Girolamo –, mia madre per tutta la vita si è sempre dedicata totalmente al lavoro e alla sua famiglia: era un’imprenditrice lignanese doc, visto che ha sempre vissuto in città, mentre al sociale si dedicava di più mio padre».
Scomparso nel 2007, Mario Di Girolamo, infatti, fu un personaggio di spicco dello spettacolo, della politica e dell’imprenditoria di Lignano: negli anni Settanta si impegnò nella vita politica e amministrativa della città diventando assessore al Personale, prima, e al Turismo, poi.
Una persona splendida e solare, amante della vita nonostante la funesta vicenda che la colpì a soli 47 anni: è così che Massimiliano Di Girolamo descrive la madre, «una donna che non si è data per vinta nonostante gli effetti dell’emorragia celebrale – spiega –. Mia madre ha continuato a vivere bene e con felicità tutti i suoi anni seguendo la famiglia. Se n’è andata serenamente».
I funerali saranno celebrati lunedì 4 gennaio, alle 15, nella chiesa San Giovanni Bosco di Lignano Sabbiadoro. —
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