Avo, gli angeli in corsia Arriva il corso gratuito per diventare volontari

Lieta Zanatta



«Posso avere un po’ d’acqua?» chiede una voce flebile da un letto d’ospedale. «Mi spiace, non è il mio compito!» risponde seccato un inserviente accanto. Una scena che ha colpito e fatto riflettere il dottor Emilio Longhini che passava lì vicino. A chi toccava passare un semplice bicchiere d’acqua? Era il 1967. Con alcuni amici nel 1975 Longhini fonda l’Avo, l’Associazione volontari ospedalieri, che si occupa di portare sollievo all’ammalato, un bicchiere d’acqua, soprattutto una parola di conforto.

Poca cosa ma essenziale per umanizzare quei luoghi di sofferenza e solitudine che sono gli ospedali e le case di cura. Oggi l’Avo ha 246 sedi in tutta Italia dove operano 25 mila volontari. Anche a Pordenone, dove è stata fondata nel 1988 dai dottori Zane e Trovò, e opera nell’ospedale cittadino e a Casa Serena. «Siamo un’ottantina di volontari, alcuni sono quelli di 33 anni fa – spiega Piera Gava, presidente dell’associazione dal 2018 –.Per diventare volontari non servono competenze mediche o paramediche, ma frequentare il corso gratuito, aperto a tutti, che organizziamo ogni anno qui a Pordenone».

Quali sono le qualità richieste? «Sensibilità e positività. Qualità che permettono di esprimere gentilezza ed empatia e che fanno da contraltare alla negatività, disarmano l’aggressività. Questo per rendere il passaggio in ospedale meno traumatico possibile» aggiunge Piera. «Faccio questo lavoro da 15 anni e mi ha dato tante soddisfazioni. Lo sguardo di gratitudine di un anziano che hai aiutato ti ripaga di tutto. Negli ospedali c’è tanta solitudine, bisogna predisporsi all’ascolto anche del silenzio».

I volontari dell’Avo di Pordenone hanno di media sui 50-55 anni. C’è chi è in pensione, e ha più tempo da offrire, e chi lavora e ne ha meno. «Nelle corsie il volontario indossa il camice giallo, passa nei vari reparti, offre del tè, dell’acqua, soprattutto cerca di capire con uno sguardo se ci sono delle criticità, se c’è bisogno di una parola».

Prima del Covid i volontari operavano anche al pronto soccorso, aiutavano a raccogliere le informazioni dei pazienti per fare il triage. «Ora invece ci interfacciamo con il personale ospedaliero per portare le informazioni di chi sta male – se sta facendo esami, se è stato ricoverato, etc. – ai parenti che devono aspettare fuori. In più facciamo accoglienza: misuriamo la temperatura all’entrata, aiutiamo soprattutto gli anziani a districarsi fra gli sportelli, pagare il ticket».

Quest’anno il corso di formazione Avo è organizzato dal 16 ottobre nella biblioteca civica di Pordenone con incontri tenuti dalla psicologa Alice Martini e dalla formatrice Letizia Spagnoli. Alla fine un colloquio con uno psicologo valuterà l’idoneità della persona che può iniziare il percorso in corsia affiancata dai più esperti.

Le adesioni al corso gratuito Avo vanno fatte pervenire entro il 12 ottobre. Sono cinque incontri al sabato dal 16 ottobre (orario 15-17), poi il 23 ottobre, il 6, 13 e 20 novembre (orari: 9.30-12). Info: www.avopordenone.it, avopordenone@alice.it, tel. 0434311606 dalle 10 alle 12 dei giorni feriali. —



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