Autovie venete, scontro sulle deleghe

TRIESTE. Autovie Venete ha varato il dopo-Melò, ma i litigi della politica hanno rischiato di far saltare la massima dirigenza della concessionaria autostradale, proprio nel momento in cui la società avrebbe più bisogno di stabilità, impegnata com’è nel reperimento del finanziamento per la terza corsia dell’autostrada A4 Venezia-Trieste. Ieri il consiglio di amministrazione ha occupato tutto il pomeriggio. Ma la tensione e le facce scure registrate già prima nei corridoi della sede triestina di Autovie Venete, in via Locchi, dicevano bene che la giornata sarebbe stata lunga, e delicata. A far infuriare tutti è stata ancora una volta la spartizione delle deleghe dell’amministratore delegato, Dario Melò, che ha rassegnato le dimissioni per andare a lavorare al Gruppo Toto. Alla fine il cda ha optato - come sembrava probabile già da alcuni giorni - per la soluzione interna. Da ottobre le deleghe saranno divise: quelle istituzionali al presidente della società, Emilio Terpin, e quelle gestionali al direttore operativo Enrico Razzini, che è stato nominato direttore generale ad interim.
La decisione è arrivata però dopo un’estenuante battaglia che la Lega Nord, con il vicepresidente Enzo Bortolotti, ha condotto senza tanti misteri per ottenere le deleghe dell’amministratore delegato. Lo scontro è arrivato al punto che il presidente Terpin ha minacciato le dimissioni, e nonostante la provocazione estrema, Bortolotti si è detto contrario alla proposta «interna» di Terpin, facendo mancare il voto del vicepresidente al proprio presidente, non votando il bilancio, ma senza dimettersi dall’incarico.
Le sorprese non sono finite, quando Marco Piva, nominato in quota Udc, ha scelto di votare in modo contrario alla proposta di Terpin. Secondo alcuni, per un attimo Bortolotti si era quasi convinto per l’astensione, ma quando si è palesato il voto contrario di Piva, il leghista non ha voluto lasciare il palco al centrista, e si è così realizzata una strana alleanze Lega-Udc. Quando non era ancora finito il cda, la Lega già «picchiava» sulle possibile nuove spese per gli amministratori con una nota del capogruppo Danilo Narduzzi, ma in serata la società ha chiarito che il nuovo organigramma garantirà un risparmio da 148 mila euro sugli emolumenti.
I consiglieri, con il presidente Terpin in testa, hanno lasciato via Locchi decisamente contrariati. Certo, una soluzione si è trovata - ragiona uno di questi - ma la sensazione è che tutto sia stato deciso all’esterno del Consiglio. L’input del presidente della Regione, Renzo Tondo, del resto, era chiaro: tutto interno e via veloci verso l’agognato finanziamento, che Melò spera di poter garantire entro il 2011. Il grande vincitore della battaglia, secondo alcuni, è il più silenzioso: il commissario-assessore Riccardo Riccardi, che ha confermato la sua squadra per l’impresa terza corsia. La scelta tecnica di Tondo e Riccardi si spiega anche con due questioni cronologiche: il cda di Autovie scade già a giugno 2012. La legislatura ad aprile 2013. Entro la prima scadenza il finanziamento bancario dovrà essere per forza chiuso, entro la seconda la terza corsia dovrà essere un po’ realtà, perché è la scommessa politica della giunta Tondo, che è già pronto a ricandidarsi e non può permettersi di mancare il risultato.
In casa Autovie, comunque, le tensioni di ieri hanno lasciato il segno. Terpin ha già avvisato tutti che il 30 si torna in cda, per esaurire i punti all’ordine del giorno e per dare qualche strigliata a una squadra che a tratti è troppo litigiosa.
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