«Autocombustione la causa del rogo» Si intende fare luce sulla sicurezza

aviano
L’incendio, secondo quanto ricostruito dai vertici Snua, è divampato per autocombustione in pochi minuti, ripreso dalle telecamere interne senza che fosse possibile attuare le misure di sicurezza presenti. È il secondo nel giro di un anno, abbastanza per puntare i riflettori sull’impianto Snua di Aviano: il caso arriva in commissione parlamentare Ecomafie e reati ambientali, di cui fa parte la deputata Vannia Gava, ed è stato oggetto di una riunione urgente indetta ieri dall’assessore Fabio Scoccimarro in Regione. La Procura, intanto, è in attesa degli atti di vigili del fuoco e carabinieri sulla base dei quali potrebbe decidere di aprire un’indagine, come già fatto in occasione dell’incendio di ottobre 2019. Un’inchiesta che non è ancora stata chiusa.
Ieri sono ufficialmente terminate le operazioni di spegnimento dell’incendio che si è sviluppato sabato sera nel deposito di via De Zan ad Aviano. Quindicimila metri quadrati di rifiuto secco, umido e verde andati a fuoco; un dipendente lievemente intossicato; un immane lavoro da parte dei vigili del fuoco che solo ieri hanno potuto considerare concluso l’intervento. Ora le perizie tecniche, insieme gli atti dei carabinieri, passano alla Procura che valuterà il da farsi, esaminando i materiali sequestrati e le misure di sicurezza presenti nel deposito. La Snua è interessata già da una precedente indagine, coordinata dal pubblico ministero Maria Grazia Zaina, relativa all’incendio dell’ottobre dello scorso anno.
Oltre alla magistratura, anche la politica vuole andare a fondo della questione. Ieri l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente Fabio Scoccimarro ha convocato in videoconferenza i vertici Snua, ai quali ha chiesto una dettagliata relazione sull’accaduto. Durante l’incontro, al quale erano presenti anche il direttore centrale Ambiente Massimo Canali, il direttore del servizio Rifiuti Flavio Gabrielcig, il direttore generale Arpa Stellio Vatta e il direttore tecnico scientifico Arpa Anna Lutman, Snua ha riferito che l’incendio sarebbe partito per autocombustione dei rifiuti solidi urbani ammassati nel capannone, ad una velocità tale da impedire in parte le misure di sicurezza interne. Misure che Snua si è impegnata a migliorare con investimenti tecnologici in prevenzione e controllo. «Adesso aspettiamo una relazione più puntuale, in attesa ovviamente delle indagini delle autorità competenti, delle soluzioni volte a prevenire questi gravi episodi e poi i direttori valuteranno nuove prescrizioni da integrare nelle autorizzazioni rilasciate» spiega l’assessore Scoccimarro.
Del caso si è interessata anche la deputata Vannia Gava, che ha seguito con attenzione le mosse della Regione impegnandosi a portare il caso a Roma. «Mi attiverò con la Commissione parlamentare sulle ecomafie e reati ambientali della quale faccio parte – ha spiegato – intendo infatti dare un sostanzioso contributo perché le verifiche su questa insolita vicenda siano complete e definitive». Parallelamente anche la presidente della IV commissione regionale Mara Piccin apre alla possibilità di discutere del tema rifiuti rispondendo all’attacco del Movimento 5 Stelle: «Nessun bavaglio – ha spiegato –, solo il rispetto delle procedure». —
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