Auto ecologiche, la ricerca è made in Brovedani

L’azienda ha sviluppato gran parte delle innovazioni che riducono i consumi. Tra i partner i colossi tedeschi del settore

Nata nel 1947 come piccola officina artigianale, Brovedani spa è oggi un gruppo leader nella meccanica di precisione, con oltre un migliaio di addetti, di cui 450 in Italia (400 a San Vito al Tagliamento e 50 a Bari), e i restanti 550 all’estero impiegati negli stabilimenti di Slovacchia e Messico.

La crisi non è passata indenne, ha infatti eroso una parte del fatturato nel 2009, ma non ne ha intaccato la solidità tanto è che oggi il gruppo è ben più grande di prima della crisi.

Merito degli investimenti che, nonostante la crisi, la Brovedani continua a dispiegare finalizzati alla ricerca e sviluppo di nuovi prodotti. Ed è su questi che la Spa con headquarter a San Vito al Tagliamento, punta per traguardare il futuro.

Investimenti significativi che si attestano su percentuali importanti del fatturato.

Tra il 2010 e il 2013 hanno raggiunto superato i 10 milioni di euro l’anno, a fronte di un fatturato globale di poco superiore ai 95 milioni di euro (di cui una cinquantina realizzati dagli stabilimenti italiani), con una quota di export attorno al 97 per cento.

Il segreto che ha consentito alla Brovedani di affrontare questi anni di crisi incrementando quote di mercato e senza perdere clienti, è innanzitutto la volontà di «essere “attaccati” ai mercati nel mondo - ha risposto l’amministratore delegato della società, Sergio Barel -. Operando nella componentistica per l’automotive nel corso del tempo abbiamo selezionato la clientela e ci siamo orientati sul mercato tedesco, che non è solo Germania ma “scuola” tedesca».

«L’altro elemento è l’internazionalizzazione produttiva, con la scelta di insediare unità in Slovacchia e in Messico, necessaria per poter conquistare i clienti non solo sotto l’aspetto dei prezzi ma anche logistico. Con questa internazionalizzazione sono arrivati i clienti delle altre grandi economie, Usa e Giappone, che oggi costituiscono insieme ai tedeschi la base mondiale della clientela».

«Naturalmente non vanno dimenticati gli elementi basici, che sono una innovazione continua del processo produttivo ma anche dell’organizzazione. La nostra meccanica di precisione è molto orientata al motore».

«Brovedani - ricorda Barel - è leader per i grandi miglioramenti su consumi ed emissioni che caratterizzano le auto di oggi. Siamo orgogliosi di poter dire che gran parte delle innovazioni che consentono alle auto di consumare la metà del carburante rispetto a 10 anni fa e di contenere le emissioni, hanno un po’ di Brovedani dentro».

Negli anni Settanta la società venne rilevata da Benito Zollia e Felice Macuz che le danno nuove competenze e la aprono a nuovi mercati.

I fattori dell’exploit sono: tecnologie insolite come la martellatura, idee innovative e linee di produzione dedicate.

Dopo il trasferimento a San Vito, Brovedani acquisisce nuovi mezzi produttivi e nel ’77, con la fornitura alla Snia dell’ugello spegnifiamma per razzo, secondo le norme Military standard, entra nelle nuove applicazioni per il settore difesa.

Quindi approccia il mercato dell’automotive, dell’informatica, della micromeccanica. E così via di specializzazione in specializzazione, sino a divenire i protagonisti nel Diesel common rail e nei sistemi di iniezione diretta benzina Gdi e ad essere ancora oggi tra i leader mondiali nel settore della meccanica di precisione business-to-business.

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