Aurora: «Un booktrailer nel mio destino»

Si annoiava. E scriveva. Superare i vuoti creando, ti porta altrove e scongiura lo sguardo fisso sull’orologio. Non è nuova a paginate di giornale, Aurora Ovan. Pur dentro i suoi grintosi diciassette anni, un libro tutto suo l’ha già bello che generato. E pubblicato.
Non sembri una conseguenza logica. Penso, quindi esisto. Okey. Non funziona, invece, ho una storia quindi l’editore la diffonderà. Magari. Sincronicità, ecco. Una miscela di meritocrazia e di caso. Destino. Eccola qui, la parola chiave. Si sottovalutano gli under venti, a volte. Non sembrano preoccuparsi eccessivamente di riflessioni alte. Aggrediscono la vita, è chiaro. Come viene viene. Aurora - nasce a Gemona e vive a Tricesimo - non è affatto la secchiona con l’occhiale fondo di bottiglia e la gobba, anzi, è una figliola assai carina che se la spassa. Nulla le vieta, però, di pigliare per il collo temi roventi, per non dire irrisolti, e lavorarci attorno.
A sedici anni si ritrova in libreria con Il mio destino. Clieh, il potere della Terra (Seneca Edizioni) e ammette con serena consapevolezza di non avere la risposta in tasca. Qualche intuizione, però sì. «Non mi espongo troppo - dice - sto plasmando il secondo tomo della trilogia e tengo ancora nascosti i miei presagi».
E giusto per non dare al tempo il piacere di farti fesso, Aurora ha messo le mani sul booktrailer, un consiglio per l’acquisto che si rifà agli spot cinematografici. In parole povere, un corto mirato. Dubbi zero sulla confezione: dietro ci sta la Black Film di Gian Piero Nadalutti, con la computer grafica di Matteo Rosarelli.
Mai lasciarsi sfuggire alcunché. L’era è multitasking, vero?
«Il web è accogliente e veloce. Perché non sfruttarlo a dovere. Youtube e Facebook, volendo, non adottano soltanto la sensazione banale dell’attimo, riescono ad affondare in un qualcosa di più sostanzioso».
- Precisiamo: siamo in pieno nell’atmosfera fantasy. Un ambient prediletto.
«Non occorrono risposte, in quel mondo. Tutto è talmente fattibile e decidi tu dove portare il lettore. Dipende dalla lunghezza dello sguardo».
- Serve training...
«Fatto. Molti bimbi disegnano, io componevo».
- E serve tanta brava lettura.
«Fatta. Un’ottantina di Geronimo Stilton me li sono sciroppati. Più un sacco e una sporta di narrativa varia.
- Poi è diventata una signorina.
«Mica ho smesso. Anzi. Sentivo un desiderio irrinunciabile. Bastava liberare le idee. Non ci ho creduto finché una mia compagna di banco - ero alla medie, ormai - mi disse che leggendo le veniva la pelle d’oca. Okey, è il momento di fare sul serio».
- Un centro al primo tiro?
«Non proprio. Ce n’è di roba nei cassetti. Devi aspettare la sensazione perfetta. Arriva, per fortuna. A questo punto basta sparizioni, cerco la visibilità. Mando un paio di e-mail a case editrici griffate. Infinite attese. Risposta: “lei spedisca il manoscritto e le faremo sapere, non prima di sei mesi”. Non c’è pazienza che tenga. Il percorso è tortuoso, comunque scopro la Seneca Edizioni di Torino. Mando la mail, sfilano due ore e arrivano certezze».
- Destino, diremmo.
«Pare di sì. Tutto è già scritto, si narra. E se non fosse così?»
- La trilogia pare essere la meta di chiunque si sporga sul romanzo.
«Mah, forse per la arcinota perfezione del numero tre. Una trama, poi, è formata da incipit, cuore e finale. E sempre col tre ti devi confrontare».
- Ha una strategia di avventura?
«No, si forma cammin facendo. Quando mi occuperò del terzo tomo avrò vent’anni, si cambia in fretta».
- Sulla copertina, ci tolga ’sta curiosità, c’è un gioiello particolare. Ha disegnato lei pure quello?
«Mia mamma. È orafa. Ideato e creato».
- Facciamo un breve dietrofront sul trailer. Ce lo racconta o è top secret?
«Naturalmente. Due attori interpreteranno i due personaggi chiave, Clieh e Destan. Le musiche originali sono di Cesare Cusan. La location? Probabilmente il lago di Barcis. Fa atmosfera giusta. Ah, abbiamo scelto un volto. È quello di Marina Enedina Spiga».
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