Assolto ex manager dell’Udinese calcio

Le accuse nei confronti di Massimiliano Ferrigno, 45 anni, ravennate, a lungo responsabile marketing dell’Udinese (società estranea ai fatti) erano quelle di estorsione e truffa.
Il processo si è concluso ieri davanti al giudice Paolo Milocco che lo ha assolto «perché il fatto non sussiste» accogliendo le istanze dei suoi legali Virio Nuzzolese e Michela Michelini. A illustrare un castello accusatorio tutt’altro che semplice, delineato attraverso le indagini coordinate dal sostituto procuratore Claudia Finocchiaro, è stato il pm Alessandra Cadalt che per l’imputato ha chiesto una condanna a 5 anni di reclusione. L’inchiesta era partita dalla querela sporta da Gianluca Luccarelli e Stefano Cocco – rispettivamente legale rappresentante e socio della Brand group spa di Roma il 24 febbraio 2017 – nei confronti di Ferrigno, legale rappresentante della Hs Football srl con sede operativa a Udine che fu anche sponsor tecnico della società bianconera.
Tutto era cominciato da un accordo fra le due aziende in base al quale la Brand, distributrice esclusiva di materiale sportivo per la Hs Football su un’ampia zona del Centro Italia avrebbe dovuto vendere prodotti per un valore di 500 mila euro l’anno. Ma a distanza di mesi gli affari non andavano come previsto. È a questo punto che si è innestata una vicenda legata a tre assegni di 100 mila euro l’uno portati all’incasso, ma risultati scoperti, e di un nuovo accordo transattivo vincolante che, secondo l’accusa, Ferrigno avrebbe forzato Lucarelli a firmare.
Secondo l’ipotesi dell’accusa, infatti, Ferrigno aveva costretto Lucarelli a sottoscrivere una scrittura privata di transazione attraverso la quale la Brand group si obbligava ad acquistare dalla Hs Football srl materiale per un valore complessivo di 240 mila euro entro il termine del 30 maggio 2019 e a consegnare 24 assegni di cui 14 della società Brand e 10 personali, minacciandolo di non ritirare dall’incasso due assegni scoperti da 100 mila euro ciascuno emessi a titolo personale da Cocco. Da qui l’imputazione per il reato di estorsione.
E ancora, secondo l’accusa, Ferrigno avrebbe indotto Lucarelli a credere che qualora avesse sottoscritto l’accordo transattivo e avesse autorizzato il pagamento di un assegno da 100 mila euro emesso da Brand grup nei confronti di Hs Football srl avrebbe restituito alla prima la somma di 48.889 euro di cui la Brand era creditrice.
Posizioni condivise dalle parti civili, rappresentate dagli avvocati Giuseppe De Gregorio per Brand e Lucarelli e Mauro Pernafelli per Cocco che insieme hanno chiesto risarcimenti per complessivi 500 mila euro.
Tesi che la difesa rappresentata dall’avvocato Virio Nuzzolese ha smontato pezzo per pezzo. Partendo dai presupposti che indussero il gip a non disporre alcun sequestro preventivo. Non sussistevano – ha messo in evidenza Nuzzolese – comportamenti di rilievo penale nella condotta di Ferrigno. Nessuna azione coercitiva, dunque, nulla se non l’esercizio del proprio diritto vi era stato da parte del suo assistito.
A sostenere le accuse della presunta estorsione infine – per Nuzzolese – c’erano solamente le parole delle persone offese in un quadro che mancava totalmente di chiarezza. —
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