Assegnato a Cristina Savi il premio Donna Maior

Il Soroptimist International club di Pordenone ha deciso di conferire il premio Donna Maior 2014 a Cristina Savi, «giornalista professionista, che ha saputo coniugare all’attività lavorativa l’attenzione alle dinamiche sociali del nostro tempo, con una forte vocazione alla solidarietà». La cerimonia pubblica per l’assegnazione del premio è in programma per martedì 30 settembre, alle 17.30, a palazzo Monterale Mantica a Pordenone. Il premio Donna Maior viene assegnato ogni due anni a una personalità femminile della provincia di Pordenone, del presente o del passato, che con tenacia, impegno e qualità si sia distinta in qualsivoglia campo dell’attività umana – economico, culturale, scolastico, artistico, sociale, politico – contribuendo alla crescita del territorio nel rispetto dei valori e delle finalità del Soroptimist.
Dal 1993, anno in cui è stato istituito per festeggiare il ventennale della costituzione del club di Pordenone, il premio Donna Maior è stato assegnato a Pia Tallon Baschiera, musicista e mecenate (1993), Silvia Zennari scienziata (1995, alla memoria), Maria Piaia, missionaria laica (1997), Teresina Degan preside, studiosa, scrittrice (2000), Diletta Palazzetti, imprenditrice, mecenate (2002), Fabrizia Marchi Cirielli, volontariato sociale (2004), Caterina Furlan, preside di facoltà e saggista di storia dell’arte (2006), Marinella Ambrosio, docente e responsabile Comitato italiano paralimpico regionale (2008), Silvia Franceschi, epidemiologa, ricercatrice scientifica, per l’intensa opera svolta in Italia e all’estero in particolare a favore della salute della donna (2010), Adina Adami e Lucia Tumiotto (alla memoria) per il ruolo sociale educativo svolto nel primo asilo cittadino negli anni 1907-1980 (2012).
Nata a Spilimbergo, giornalista professionista, Cristina Savi ha cominciato sui banchi di scuola a interessarsi di scrittura. Sono arrivate poi le collaborazioni con giornali quotidiani, le inchieste e i libri. La sua carriera giornalistica ha avuto una svolta con la collaborazione con il festival Dedica, l’Associazione per la prosa prima e il teatro Verdi poi, indirizzandola verso la comunicazione culturale con la sensibilità a coglierne gli aspetti sociali più profondi anziché l’effimero versante spettacolare. Una decina d’anni fa il passaggio alle pagine culturali del Messaggero Veneto, quasi in concomitanza con la concretizzazione di un altro tassello della sua vita professionale e personale: l’impegno per l’Africa e per gli “ultimi”. Dalla scomparsa di una cara amica, con un gruppo di volontari ha dato vita a La biblioteca di Sara, progetto avviato nel reparto di Oncologia dell’ospedale di Pordenone.
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