Aspiranti medici: in 668 per soli 96 posti

Ieri la prova d’ingresso per accedere alla Facoltà friulana. I candidati quest’anno erano il 12% in più rispetto al 2010.
Udine 5 Settembre 2011. Universita'. Test ammissione Facolta' di Medicina. Telefoto Copyright Foto PFP / Petrussi
Udine 5 Settembre 2011. Universita'. Test ammissione Facolta' di Medicina. Telefoto Copyright Foto PFP / Petrussi

UDINE. Impauriti, ma decisi a superare il test. Degli 838 aspiranti camici bianchi iscritti alla prova selettiva per accedere al corso di laurea in Medicina e chirurgia, ieri mattina, ai Rizzi, si sono presentati in 668. Una settantina (12%) in più rispetto all’anno precedente. Peccato, però, che avendo solo 96 posti a disposizione, l’ateneo friulano riuscirà a immatricolare solo uno su sette dei preiscritti. Il verdetto sarà reso noto tra un paio di giorni sul sito del Cineca attraverso il quale i candidati dovranno scegliere se frequentare il corso a Udine o a Trieste. La novità di quest’anno è proprio la graduatoria unica regionale che richiede qualche giorno in più per l’ufficializzazione dei risultati e l’avvio delle lezioni. Nel frattempo non mancano i commenti sul test anche se, rispetto al passato, è sembrato più facile.

Tranne qualche ritardatario di troppo (una ventina è giunta quasi fuori tempo massimo), la carica dei 668 è arrivata puntuale, alle 9. Obbligatorio esibire il documento di identità ammesso nelle aule con una bottiglietta d’acqua, a differenza di zaini ed altri effetti personali. Tanta la tensione, c’era chi colto dall’ansia aveva trascorso la notte in bianco.

Alle 10.45 i ragazzi avevano preso tutti posto e un quarto d’ora più tardi iniziato a rispondere agli 80 quiz di cultura generale, ragionamento logico, biologia, chimica, fisica e matematica. Una sorta di rompicapo che in molti ritengono inadeguato per valutare le reali attitudini di un ragazzo che vuole iscriversi al corso di laurea in Medicina e chirurgia. Ecco perché alcuni genitori rimasti ad attendere i figli nei corridoi fino alla fine della prova, quando hanno saputo che ai candidati veniva chiesto il significato di «turlupinare» o «sinossi» si sono chiesti: «Cosa c’entra tutto questo con l’attenzione che deve avere un medico nei confronti dei suoi pazienti?». Impossibile rispondere. Più soddisfatti i ragazzi che come Daniele Piccolo di Gorizia si è detto soddisfatto della sua prova. Dello stesso avviso Alisa Cecotti di Buttrio anche se, a suo avviso, « le domande di Chimica erano un po’ troppo specifiche». Buono anche il giudizio di Teresa Kiarbu di Udine messa leggermente in difficoltà dalle domande di Biologia e Fisica. Su questo punto hanno insistito anche altre ragazze secondo le quali le domande di Chimica organica erano inopportune perché alle superiori questa materia non viene affrontata.

E se Martina Barbo di Pordenone ha risposto al test con minor interesse perché da grande vuole fare l’ostetrica - «per me la prova di oggi è stato un allenamento al test di giovedì» - altri candidati hanno davvero cercato di dare il massimo, ma nonostante ciò, nelle due ore consentite non sono riusciti a rispondere a tutte le domande. La preoccupazione è che quelle mancate risposte possano pesare negativamente sulla valutazione finale.

A loro comunque si è rivolto il magnifico rettore dell’ateneo friulano, Cristiana Compagno, con una missiva nella quale ricorda che oltre al percorso previsto dalle lauree sanitarie, «l’offerta formativa è ricca di proposte ad accesso libero che spaziano dal campo delle scienze della vita a quello delle scienze giuridiche, passando attraverso le proposte scientifiche più innovative e le possibilità offerte dal mondo della comunicazione e delle scienze artistiche». A tutto ciò va aggiunta la Scuola superiore. La lettera è stata distribuita a tutti i candidati e giovedì arriverà anche sui banchi dei giovani alle prese con gli altri test di accesso alle lauree sanitarie. Gli stessi che alla domanda: «Se passi il test ti iscriverai a Udine o a Trieste? Tutti hanno risposto, senza esitazione, Udine».

A convincere centinaia di giovani a tentate la carriera sanitaria è anche la certezza occupazionale che la laurea in Medicina garantisce. Rispetto alle reali esigenze, infatti, il numero programmato è sottostimato anche in regione. Ma per aumentare il numero programmato servono grandi aule che, in questo momento, l’università di Udine non è in grado di vantare.

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