Arteni: troppa confusione, servono regole chiare
«C’è una confusione pazzesca e si rischia di aumentare il disagio generale del settore facendo figli e figliastri». Gianni Arteni, decano degli imprenditori del settore, non usa giri di parole e si aspetta un chiarimento da parte del Governo o della Regione. Chiarimento che però «se arriverà, sarà comunque in ritardo perché non si possono avvisare i dipendenti che il negozio apre o chiude senza nemmeno un giorno di anticipo». Il problema, secondo Arteni, nasce dall’interpretazione del dpcm che stabilisce che «nei festivi e prefestivi devono rimanere chiusi i centri, i parchi, le gallerie commerciali e similari. Ma cosa vuol dire similari?», si chiede Arteni che spiega: «Il nostro negozio a Tavagnacco non è un centro commerciale, né un parco o una galleria e sabato è rimasto aperto come quasi tutti i grandi negozi della Tresemane, ma è chiaro che in questo modo possono esserci equivoci. Sarebbe stato molto meglio stabilire, per esempio, che tutti i negozi con una superficie di vendita superiore ai 400 metri dovevano restare chiusi».
Così invece ieri sono rimasti chiusi tutti i negozi del Città fiera, del Terminal nord e del Palmanova Outlet village mentre in centro a Udine era possibile fare acquisti ovunque tranne nelle attività che fanno parte della Galleria Bardelli. Una disparità che ha fatto storcere il naso a molti. «È comprensibile – continua Arteni –. Noi come gruppo abbiamo 150 dipendenti di cui un centinaio lavorano a Tavagnacco e ancora stiamo aspettando di sapere come organizzare il lavoro. Poi si fa fatica a comprendere la decisione di chiudere in alcune giornate che a dicembre sono addirittura 13 sommando festivi e prefestivi se l’obiettivo è quello di limitare gli assembramenti, perché è chiaro che con meno giorni di apertura le presenze si concentrano nelle altre giornate. Forse questa scelta può avere un senso nelle grandi città dove ci sono dinamiche diverse ma da noi non ha molto senso anche perché, soprattutto nei grandi negozi, il distanziamento viene sempre garantito. Ecco perché – conclude – speriamo che la Regione possa intervenire tenendo conto delle esigenze del comparto e del territorio prevedendo norme chiare per tutti senza, ovviamente, far venir meno la sicurezza». —
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