Artegna: no allo spostamento dei tre medici a Gemona

ARTEGNA. Alcune richieste sul fronte sanitario arrivano ora anche da Artegna, dove i dubbi su quanto previsto dalla riforma regionale che interesserà l’ospedale di Gemona,e ma anche i futuro assetto...

ARTEGNA. Alcune richieste sul fronte sanitario arrivano ora anche da Artegna, dove i dubbi su quanto previsto dalla riforma regionale che interesserà l’ospedale di Gemona,e ma anche i futuro assetto dell’Azienda sanitaria, riguardano in particolare i medici di base. Da Artegna, infatti, si fa sentire il malumore rispetto alla volontà di riunire tutti i medici di base del distretto a Gemona, così come previsto dalla riforma. Nella cittadina rivierasca ci sono in particolare tre medici di base, i cui pazienti in futuro dovranno andare da loro a Gemona per una visita o una ricetta.

Ad esprimere la contrarietà i gruppi consiliari di minoranza Artigne in Comun e @rtegna e oltre, che giorni fa avevano organizzato un incontro in consiglio comunale con i comitati gemonesi La Cicogna e San Michele: «Nella cittadina - spiega il consigliere di @rtegna e oltre Riccardo Patat - due medici sono operativi in strutture messe a disposizione dal Comune e uno nel suo studio: tutti e tre hanno ormai sviluppato un certo rapporto con le famiglie di Artegna; il loro spostamento a Gemona renderebbe scomodo il servizio, soprattutto per i più anziani».

I due gruppi consiliari di opposizione esprimono preoccupazioni per il futuro possibile ridimensionamento dell’area di emergenza del San Michele e lamentano la poca informazione: «Molti non conoscevano le effettive ricadute della riforma sul territorio e non erano nemmeno a conoscenza - dice Alessandro Marangoni (Artigne in Comun) - del parere favorevole su essa espresso dal sindaco Daici in qualità di commissario straordinario della Comunità montana e membro del Comitato autonomie locali (Cal)». Su quest’ultima questione, è intervenuto anche il gruppo dei Nazionalisti Friulani: «Se ben comprendiamo la logica politica che segue come esponente Pd - dicono in una nota-, critichiamo l’appoggio dato a questa riforma da Daici: la comunità vede in questo ospedale un punto di riferimento importante per servizi e vicinanza. Il San Michele è un gioiello, in quanto è una delle poche strutture con il bilancio in attivo, oltre ad essere stato certificato come uno degli ospedali migliori d’Italia come qualità di servizi e gestione».

Piero Cargnelutti

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