Arriva una app multiservizi per rilanciare il commercio

Il presidente dell’Ascom: stop ai saldi. «Lavoriamo sulla forestazione urbana» «Troppi supermercati? Sarà cannibalismo, resteranno i capannoni vuoti»
FOTO MISSINATO - CITY CARD
FOTO MISSINATO - CITY CARD



Addio alla “City card” di Sviluppo e territorio che serviva per raccogliere punti e aderire alle promozioni dei negozi in centro. Si va verso una app multiservizi e multi-offerte. «Il telefonino – dice il presidente di Ascom Confcommercio Alberto Marchiori – è diventato lo strumento principe per effettuare pagamenti e ottenere agevolazioni. Intendiamo favorire anche il pagamento del parcheggio: non si tratta di sostituirci a Phonzie, bensì di fare qualcosa per andare incontro al cliente, donandogli la sosta».

Qualche operatore lamenta parcheggi troppo cari.

«Probabilmente qualcuno non si è accorto che con la passata amministrazione erano molto più cari. Ad ogni modo, il problema lo risolviamo offrendolo attraverso uno strumento telematico. Un’evoluzione della citycard, di più facile utilizzo. In più, dovrebbe dare vantaggi di accesso – così come previsto dalle convenzioni con il Comune – a musei, mostre, possibilmente fiere. Opportunità che potrebbero arrivare in primis dai soci di Sviluppo e territorio: Gsm, Fiera, Atap, teatro Verdi. Ora ha aderito anche il Coro e orchestra San Marco».

I tempi?

«Spero 2-3 mesi. Stiamo parlando di una cosa che il nostro manager sta elaborando da tempo».

Intanto arrivano i saldi.

«Per noi pordenonesi sono diventati un orpello. Ma siamo un’isola per la liberalizzazione, mentre Udine, Trieste e Gorizia vogliono mantenerli perché li ritengono un’occasione attesa dalla clientela e strumento per rilanciare i consumi».

E voi?

«Uno strumento obsoleto. La norma è stata più volte abusata. Sarà capitato anche a lei di ricevere un messaggino la settimana prima?».

Sì.

«I nostri operatori non vogliono giocare con le parole – svendita, liquidazione e così via – ma essere chiari col cliente».

Quindi che si fa?

«Nell’Unione regionale siamo una voce, non la voce. E quindi alla Regione ci rivolgiamo insieme».

La città e i quartieri?

«Qualcuno crede che esistano da oggi. In realtà, lavorando in sinergia con Comune e Sviluppo e territorio sui bandi europei, arrivano 18 milioni di cui 3,48 destinati al terziario, in parte per la questione dehor. Stiamo valutando la possibilità di partecipare ad altri bandi europei, come sulla forestazione urbana: serve per riqualificare le facciate e caratterizzare un’edilizia che tenga conto del verde come elemento estetico ed ambientale. Lavorando tutti assieme i risultati arrivano. Che poi questa amministrazione stia facendo di più rispetto alla precedente – checché ne dica qualche consigliere di opposizione – è sotto gli occhi di tutti. Ognuno faccia la sua parte, anche le categorie economiche».

Dicono che l’e-commerce rivoluzionerà il comparto.

«È uno strumento innovativo. È negativo quando viene usato per bypassare gli aspetti fiscali e impositivi che gli operatori hanno “al banco”. Non vogliamo combattere l’e-commerce (promuoviamo corsi di formazione ai nostri associati perché utilizzino entrambe le formule), ma che tutti possano competere ad armi pari».

Intanto continuano ad aprire supermercati.

«A suo tempo si programmarono superfici commerciali con numeri da tutto il Nord Italia. Poi sono state ridotte, ma ci sono i diritti acquisiti».

Perché aprono?

«Tenuto conto che le bocche da sfamare sono sempre quelle e i portafogli ridotti sempre più, vedo avanzare un fenomeno di cannibalismo. Come negli Usa e in altri Paesi Ue, assisteremo a chiusure col problema successivo di rigenerare aree piene di capannoni. La vera concorrenza è l’e-commerce: ecco perché occorre ammodernare, ad esempio, la rete distributiva».

Il 2018 che anno è stato?

«Non bellissimo, pur riscontrando un rilancio verso la fine, ma di consumi più consapevoli: il cliente è più preparato e più rapido nelle scelte, forse grazie anche ai social».

E le prospettive per il 2019?

«Molto fosche. Presto capiremo gli effetti della Finanziaria ed ho la sensazione che non porterà grandi novità. La flat tax sembra specchietto per le allodole. Chi usufruirà di aliquote più basse non avrà la possibilità di defalcare oneri che a livello aziendale ci sono. Avrei preferito una flat tax alla Meloni, che consentirebbe a chi fattura di più di diminuire l’imposizione fiscale favorendo la crescita economica e di posti di lavoro. Per essere efficaci reddito di cittadinanza e pensioni, si dovrebbero azzerare orpelli e costi che lo Stato ha e che questa legge non farà. Ma spero di essere smentito». —



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