Archiviata l’indagine sul maresciallo Revelant

Buja, il comandante della stazione carabinieri non nascose droga sequestrata. «Notizia di reato infondata». Era stato indagato a margine del caso Condello
Il Maresciallo Marco Revelant, nuovo comandante della stazione di Buia
Il Maresciallo Marco Revelant, nuovo comandante della stazione di Buia

BUJA. «La notizia di reato è da ritenersi infondata». Così il Tribunale di Tolmezzo ha archiviato l’indagine a carico del comandante della stazione di Buja, maresciallo Marco Revelant, che un anno fa era stato indagato dalla Procura del capoluogo carnico con le ipotesi di reato di omissione d’atti d’ufficio e violazione della pubblica custodia di cose (articolo 351 del codice penale).

Il nome del comandante della stazione dei carabinieri di Buja era uscito nell’ambito dell’inchiesta che destò molto clamore in Alto Friuli nell’agosto 2011 e che vide finire in carcere il comandante del Norm della Compagnia di Tolmezzo Demetrio Condello, accusato di una miriade di reati (concussione, peculato, omissione di atti d’ufficio, falso, calunnia e altro) in concorso con il brigadiere Silvio Gianblanco.

In pratica, la Procura di Tolmezzo per cercare riscontri alle accuse a carico del sottufficiale dell’Arma, accusato di essersi creato un secondo stipendio consegnando droga sequestrata a un confidente che poi si preoccupava di rivenderla, aveva interrogato una lunga serie di persone del “giro” della droga in Alto Friuli. Proprio in uno di questi interrogatori era uscito il nome del maresciallo Revelant, chiamato in causa da un pregiudicato che aveva riferito come i due accusati avevano omesso di sequestrargli alcuni grammi di marijuana in cambio di una serie di confidenze.

Oltre a Condello e a Gianblanco, secondo l’accusatore, al momento del fermo era presente pure il maresciallo Revelant. Di qui la decisione da parte del Procuratore di Tolmezzo Giancarlo Buonocore e del suo sostituto, Luca Olivotto, titolari dell’inchiesta-Condello, di aprire un fascicolo a carico del comandante di stazione. A carico di Revelant la Procura ha ipotizzato quindi i due reati di omissione d’atti d’ufficio e violazione della pubblica custodia di cose e ha chiesto al gip Lorenzo Massarelli di sospendere il sottufficiale dal servizio per sei mesi.

Un provvedimento che avrebbe pregiudicato la carriera nell’Arma da parte del sottufficiale. Che però, attraverso il legale Luca Ponti, nel gennaio 2012, ha presentato subito una memoria difensiva capace di convincere la Procura a ritirare la richiesta di sospensione e chiedere l’archiviazione. Decretata a un anno di distanza dal Tribunale di Tolmezzo con l’eloquente formula.

Soddisfatto ovviamente l’avvocato Luca Ponti: «Siamo contenti che il Procuratore Buonocore e il pm Olivotto abbiano già un anno fa capito l’assoluta infondatezza delle accuse a carico del mio assistito. L’archiviazione è una conseguenza inevitabile». E il comandante della stazione di Buja si può lasciare questa storia alle spalle.

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