Apre una maglieria, ma s’ammala di Covid: adesso è guarito e produce mascherine

Alla fine di febbraio ha terminato la vita da dipendente per lanciarsi in un’avventura in proprio, un progetto cui lavorava da un anno e mezzo. Gianmarco Guglielmi, 29 anni, artigiano tessile originario di Codroipo, vive e lavora a Spilimbergo e non poteva immaginare che pochi giorni dopo quel salto ci sarebbe stato un ostacolo nel percorso pianificato con sacrificio e tenacia: «Il 3 marzo mi sono ammalato di coronavirus».
CORONAVIRUS, I DATI
Per circa tre settimane ha affrontato la malattia a casa, senza la necessità di cure ospedaliere, ma comunque con le incertezze per sé e per i suoi cari «che avevo paura di avere contagiato». Poi il doppio tampone negativo e la “liberazione” «anche se mi è stato detto che non necessariamente sarei stato immune in futuro per cui ho continuato ad avere paura e ad adottare tutte le precauzioni del caso», racconta Gianmarco che in un video nel sito www.laboratori-knitwear.it ha racchiuso la propria storia.
«È stato in quel momento, anche perché ho riscontrato io stesso la difficoltà di trovare mascherine in circolazione – prosegue –, che ho pensato di fare qualcosa, di dare il mio contributo. Così ho convertito la mia attività “Laboratori” nella produzione di mascherine» ai sensi dell’articolo 16 comma 2 del decreto legislativo 18 del 2020. Quindi si tratta di mascherine non equiparabili a quelle sanitarie, ma di prodotti lavabili e riutilizzabili.
«Non è stato semplice perché prima ho fatto una ricerca del tessuto e soltanto quando ne ho trovato uno di qualità a Padova – ha più strati e quello esterno è una microfibra di poliestere con particolari trattamenti agli ioni d’argento che la rendono antibatterica e idrorepellente – ho deciso di cimentarmi».
Nel giro di qualche settimana è arrivato un grosso ordine dal Comune di Codroipo e poi altri più piccoli. «Le vendo anche a privati purché l’ordine sia di una decina di pezzi almeno, altrimenti i costi di spedizione incidono». Il prezzo è di 4 euro a mascherina «perché non voglio speculare su questa situazione». La produzione proseguirà «sino a quando ci sarà bisogno, ma spero di poter riprendere quanto prima anche il mio progetto». L’attività di Gianmarco si chiama Laboratori, al plurale perché è il frutto «di contaminazioni diverse. In fondo anche la produzione di mascherine rientra in questo spirito».
Dopo essersi laureato in relazioni pubbliche e avere lavorato per oltre cinque anni – nel mezzo dieci mesi a Londra – in una ditta di filati, il giovane artigiano ha scelto di provare a dare corpo a una sua passione: «La maglieria. Mia nonna a Natale commissionava sempre maglioni a una magliaia bravissima e così sono partito da là: mi sono fatto insegnare da Alida i segreti del mestiere, ho acquistato i macchinari anni 60 con l’obiettivo di produrre in modo artigianale e con un tocco contemporaneo. Vorrei dare seguito ad alcune idee già nei prossimi mesi, spero di poter affiancare le due produzioni anche per dare un senso alla ripartenza». Perché con il Covid-19 bisogna convivere e Gianmarco lo ha già imparato.
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