Appalti truccati, 4 imprenditori patteggiano

Pene tra 10 mesi e due anni per lo scandalo sul cartello milionario per le opere pubbliche
Bumbaca Gorizia 07.06.2013 Conf Stampa Finanza Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 07.06.2013 Conf Stampa Finanza Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA. Hanno patteggiato pene varianti da 10 mesi a due anni con la condizionale i quattro imprenditori e un’impiegata coinvolti nel sistema di appalti pubblici truccati e imputati di associazione a delinquere a fini di turbativa d’asta. Nell’udienza in camera di consiglio il gip Annalisa Barzazi ha applicato la pena di due anni di reclusione a Giovanni Demo, amministratore unico della “Flli Demo costruzioni” di Summaga di Portogruaro.

Dieci mesi invece per la sua dipendente Elena Brun, un anno e 10 mesi per Andrea Fantin di Pordenone, dipendente della “Pessot costruzioni” di Fontanafredda, un anno e 4 mesi a Cristian Scarsini, di Illegio, rappresentante legale della “Spiga srl” di Tolmezzo, un anno a Giampietro Perissutti, tolmezzino, rappresentane legale della “Ls Nord” di Tolmezzo.

Altri quattro imprenditori avevano scelto di andare a processo. Sarà celebrato il 29 maggio a Gorizia. Si tratta di Alberto D’Agosto della “Nuova Geocam” di Cividale del Friuli, Bruno Brunetti della “Gaiardo” di Gonars, Franco Pessot della “Pessot Costruzioni” di Pordenone e Paolo Fornasier della Cogefor” di Susegana (Treviso).

Tutti coinvolti nell’inchiesta “Coffè break” sugli appalti pilotati condotta dalla Procura di Gorizia. L’indagine era stata avviata nel luglio 2010 dalla Guardia di finanza che aveva passato al setaccio 180 gare d’appalto per opere pubbliche indette da varie amministrazioni comunali dell’Isontino e del Friuli Venezia Giulia per un importo totale di oltre 90milioni di euro.

Nel mirino erano finite 30 gare per un importo totale di oltre 16 milioni. Gli imprenditori, per aggiudicarsi gare d’appalto in varie parti del territorio nazionale, si accordavano fra loro secondo un complesso e collaudato meccanismo, fatto anche di reciproci scambi di favori. Alcuni filoni dell’indagine sono stati inviati per competenza alle Procure di Udine e di Pordenone. (f.f.)

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