Anziane riconoscono il finto avvocato: arrestato

Grazie alle foto scattate in settembre al momento del fermo. Le due friulane erano state raggirate in estate. Era in libertà

UDINE. In settembre era stato arrestato in flagranza subito dopo aver messo a segno un raggiro ai danni di un’anziana a Feletto Umberto. Ma il giorno dopo, al termine dell’udienza di convalida con rito direttissimo, era tornato in libertà.

La polizia, però, aveva acquisito sue immagini (nell’ambito delle cosiddette operazioni di fotosegnalamento e raccolta delle impronte digitali che si effettuano quando una persona è in stato in stato di arresto) e così altre due nonnine, un’ottantenne di Udine e una novantenne di Pradamano, lo hanno riconosciuto come colui che, in agosto, una ventina di giorni prima, le aveva derubate di ori e contanti rispettivamente per 2.100 e per 12.000 mettendo in atto quella che è ormai conosciuta come “la truffa del finto avvocato o del finto agente i polizia/maresciallo dei carabinieri”.

Così Marco Cosentino, 28 anni, residente a Pomigliano d’Arco (Napoli) è stato di nuovo arrestato, stavolta sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Le modalità utilizzate per far scattare la trappola erano sempre le stesse una telefonata (che, come poi ha scoperto la polizia, arrivava dalla provincia di Napoli) lunga circa settanta minuti in cui la vittima veniva spaventata con la solita storia “Suo figlio (o suo nipote) ha causato un incidente e ora per risolvere alcuni problemi di natura assicurativa sono necessarie migliaia di euro in contanti, ma vanno bene anche ori”.

In un caso la voce al telefono aveva raccontato alla malcapitata che la figlia aveva tamponato le due auto che la precedevano e che, a bordo di una delle due vetture, c’era anche un bambino. Secondo il malvivente – questa la storia inventata e riferita all’anziana – i genitori del piccolo avevano richiesto ottomila euro come risarcimento del danno. Questo, appunto, il racconto del finto avvocato.

Poi, durante la telefonata, si era inserita la voce di un complice che si era presentato come “maresciallo dei carabinieri” e aveva fatto finta di rassicurare la vittima dicendole che i gioielli le sarebbero stati restituiti. Le aveva poi spiegato che avrebbe dovuto mettere ori e soldi in una busta e che sarebbe poi passato un carabiniere a ritirare tutto.

Successivamente, grazie ai riconoscimenti fotografici, il Gip del tribunale di Udine Mariarosa Persico il 12 dicembre ha emesso, una misura di custodia cautelare in carcere nei confronti di Cosentino. E di mercoledì gli agenti del Commissariato di Acerra hanno dato eseguito al provvedimento. Cosentino è stato rintracciato e accompagnato nel carcere di Poggioreale.

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