Ancora scritte contro il clero su altre quattro chiese friulane

Imbrattate con lo spray in una sola notte tre parrocchiali a Udine e una a Flaibano
UDINE.
Ancora scritte offensive contro i preti. Ancora chiese imbrattate, questa volta in una sola notte addirittura tre a Udine (San Gottardo, Gesù Buon pastore e Sacro Cuore) e una a Flaibano, con frasi ingiuriose. Insulti che fanno riferimento ai casi di pedofilia che hanno scosso il Vaticano provocando clamore a livello mondiale. A Udine la scritta era accompagnata da una svastica. Forse si tratta di una sorta di firma, tanto che i carabinieri che stanno indagando su questi atti vandalici non escludono possa trattarsi dell’opera di un movimento ideologico.


Invece i blitz compiuti in provincia (dopo Vissandone, Barazzetto e Turrida, l’altra notte è stata imbrattata anche la chiesa di Sant’Odorico a Flaibano), a detta sempre degli investigatori, sembrano più lo sfogo di uno o più soggetti che hanno del risentimento personale nei confronti della Chiesa. Ma tutte le piste restano certamente aperte.


Quello che è certo è che dal giorno di pasquetta a oggi in città e in provincia si è verificata un’escalation di atti vandalici di tale tipo. La prima chiesa del capoluogo friulano a essere presa di mira era stata quella di via Val Pesarina, poi era toccato a quella dei Rizzi. Nella notte di sabato invece, con uno spray di colore blu, sono state tracciate tre frasi nella chiesa di San Gottardo in via Cividale, tre in quella del Sacro Cuore di via Simonetti e una in quella di Gesù Buon pastore in via Riccardo di Giusto.


Tutte e tre le parrocchie sono seguite da don Roberto Gabassi che però esclude si possa trattare di un attacco personale. «Mi sembra - dice - più sintomo di un malessere, opera di persone che hanno del risentimento nei confronti della realtà ecclesiale e hanno pensato di sfogare così la loro rabbia. Una persona normale ed equilibrata mica scrive sui muri in forma anonima. Se qualcuno fosse a conoscenza di fatti gravi dovrebbe denunciarli. La pedofilia – continua il sacerdote – è una malattia e i pedofili sono persone malate che vanno aiutate prima ancora che avvengano i soprusi che sono qualcosa di disumano, dei peccati gravissimi perché commessi contro persone deboli e indifese. Ma – sottolinea ancora don Gabassi – in Friuli non mi pare ci siano mai stati casi simili, come invece è capitato in altre realtà. Dire che i preti sono pedofili perché si sono verificati dei casi nel mondo è assurdo. Sarebbe come dire che i genitori sono assassini perché anche nelle famiglie ci sono stati degli omicidi».


Un’accusa che don Gabassi reputa tanto assurda quanto lontano dal sentire comune della gente. «Le nostre chiese sono aperte a tutti, tutto il giorno – sottolinea il parroco –. Noi preti viviamo a contatto con i fedeli, nel quartiere ci conoscono tutti, lavoriamo con i bambini e gli adulti e cerchiamo di coinvolgere i genitori in un percorso di crescita. Questo per dire che la chiesa è di tutti».


«Io – racconta ancora – sono rimasto a casa questa domenica a causa di un’influenza e non ho potuto dire messa (la funzione è stata celebrata da don Paolo Verzegnassi e don Giuseppe Marano) così non ho visto le scritte, ma quando mi hanno chiamato per avvisarmi ho chiesto che non venissero subito cancellate. È giusto che tutti possano vedere per riflettere e pensare come spero possano riflettere e pensare anche gli autori di questi atti».


©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto