Ambulanti: l’Ue è contro di noi

Il mercato di viale Vat in rivolta: no alla liberalizzazione delle concessioni
Di Giacomina Pellizzari
Udine 18 Marzo 2017 mercato vat Copyright Petrussi Foto Massimo Turco
Udine 18 Marzo 2017 mercato vat Copyright Petrussi Foto Massimo Turco

No Bolkestein». La scritta bianca su un pannello nero indicava il banchetto dove, ieri mattina, decine di persone hanno firmato la petizione per chiedere al Governo di non liberalizzare il commercio ambulante. Bolkestein è il nome della direttiva europea adottata finora solo da Spagna, Grecia e Italia che prevede l’assegnazione delle concessioni con bando pubblico per 12 anni. Un sistema che scalza le concessioni decennali rilasciate finora, e rinnovate tacitamente. La “rivoluzione” avrebbe dovuto partire lo scorso gennaio, ma a fronte delle proteste degli operatori, nel decreto Milleproroghe è stato introdotto l’allineamento di tutte le scadenze delle concessioni al 31 dicembre 2018. Questo significa che la Bolkestein sarà applicata dall’1 gennaio 2019, ma nonostante la scadenza non sia imminente gli ambulanti alzano la voce. Sono preoccupati. Temono di perdere concessioni pluridecennali conquistate sul campo uscendo ogni giorno con pioggia e vento e di dover fronteggiare la concorrenza delle multinazionali che potrebbero farsi avanti anche nella nostra città o sulle spiagge delle località balneari friulane.

In città, a sollevare la questione è il neonato Gruppo indipendente degli ambulanti (Goia), riunito sotto la sigla sindacale dell’Ugl, costituito da alcuni operatori fuoriusciti dalla Confcommercio. La delegazione composta da una cinquantina di operatori e capeggiata dal presidente del Goia Fvg, Gilberto Marcolin, giovedì scorso ha partecipato alla manifestazione organizzata in piazza della Repubblica, a Roma. «Grazie a quella protesta - spiegano Marcolin e il suo vice Dino Contro - abbiamo ottenuto l’apertura di un tavolo di contrattazione per risolve alcune questioni tra cui la pubblicazione dei bandi. Il ministro Calenda si è impegnato a chiedere ai comuni italiani di applicare la proroga in modo uniforme, per dare alle istituzioni il tempo di trovare le dovute soluzioni». Allo stesso modo, gli ambulanti chiedono al Governo di esentare dall’applicazione della direttiva Bolkestein il commercio ambulante.

Applicare quella direttiva, sono sempre le parole dei rappresentanti del Goia Fvg, significa «distruggere i mercati già messi a dura prova dalla liberalizzazione voluta dall’allora ministro Bersani». Gli ambulanti si riferiscono alla sostituzione delle categorie merceologiche con la divisione tra prodotti alimentari e non alimentari.

Ma torniamo alla Bolkestein. «Una concessione non può scadere dopo 12 anni, è un periodo troppo breve per consentirci di investire nell’attività», insiste Contro citando l’esempio di un ambulante di prodotti alimentari costretto ad acquistare un camion nuovo. «L’investimento - spiega - ammonta a circa 120 mila euro, vale a dire 10 mila euro l’anno. Se facciamo i conti con la crisi, la cifra è impossibile da sostenere».

Ma non è ancora tutto perché l’obiettivo vero dei rappresentanti del Goia resta quello di non assoggettare gli ambulanti all’applicazione della direttiva europea. «Dal 2006 al 2010, l’Unione europea ha fatto una serie di considerazioni che ammettevano l’esclusione degli ambulanti dalla direttiva. L’Italia, assieme alla Spagna e alla Grecia, ha deciso diversamente con la scusa dell’occupazione del suolo pubblico che noi non occupiamo 365 giorni all’anno», aggiungono Marcolin e Contro facendo notare, però, che se l’Italia accoglierà le loro richieste, ovvero eliminerà gli ambulanti dall’applicazione della direttiva Bolkestein, non pagherà alcuna sanzione. «Sarebbe un caso completamente diverso da quello delle farmacie», ribadiscono i sindacalisti.

Spostando il mirino sulla modifica della legge regionale sul commercio approvata un anno fa, i sindacalisti contestano anche l’introduzione dei Centri di assistenza tecnica ai quali temono venga affidata la gestione delle aree pubbliche. «Gli ambulanti diventano operatori di area pubblica», rincarano Marcolin e Contro nel dirsi convinti che gli ambulanti svolgono un servizio pubblico. «Stiamo facendo i conti con una crisi economica spaventosa e con la concorrenza dei centri commerciali dove i negozi non hanno limiti di orario, mentre noi non possiamo vendere la nostra merce prima delle 7 e dopo le 13». Sono queste le piccole e grandi problematiche che, sempre a detta degli operatori, rischiano di mettere in croce il comparto.

La preoccupazione aumenta di giorno in giorno perché, nonostante la proroga dei bandi, non tutti i comuni hanno messo nero su bianco la disponibilità a spostare le scadenza al 31 dicembre 2018. Al momento l’ha fatto solo il comune di Lignano. In una nota il responsabile del servizio ha ufficializzato che il bando pubblico per l’assegnazione delle concessioni per il mercato stagionale estivo, sarà pubblicato entro l’1 settembre 2018. Le domande andranno presentate entro il 30 ottobre dello stesso anno. Da Udine, invece, non è giunto alcun segnale.

L’applicazione o meno della Bolkestein sta aprendo diversi fronti di discussione. Non a caso, alcuni deputati del Partito democratico (primo firmatario Lorenzo Becattini) hanno presentato una mozione alla Camera per impegnare il Governo «a escludere il commercio su aree pubbliche dall’applicazione della direttiva Bolkestein e a definire criteri che tengano conto delle diverse caratteristiche e dimensioni degli operatori». Altrettanto ha fatto il deputato Ivan Della Valle del Movimento 5 stelle.

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