Alluvione, 100 mila euro per salvare il tempietto

Cividale, ok del Ministero della Cultura per il restauro del coro ligneo longobardo. Soddisfatta l’onorevole Malisani. Il sindaco Balloch: sbloccare dal Patto 3 milioni
Cividale 15 Luglio 2009. Tempietto Longobardo. Telefoto copyright/Foto Agency Anteprima
Cividale 15 Luglio 2009. Tempietto Longobardo. Telefoto copyright/Foto Agency Anteprima

CIVIDALE. Si era capito subito, fin dai giorni successivi alla bomba d’acqua esplosa su Cividale (era l’inizio di settembre), che c’erano buone speranze per ottenere un canale di finanziamento privilegiato per il tempietto longobardo, gioiello Unesco pesantemente colpito dal maltempo: adesso gli auspici si trasformano in certezza, grazie all’approvazione - avvenuta, a Roma, in sede di Commissione cultura - di una proposta governativa relativa a opere da attuare in via d’urgenza sul territorio nazionale, per risanare monumenti a serio rischio deterioramento. Fra di esse, complessivamente sei - che beneficeranno, in totale, di un fondo di un milione di euro -, rientra, appunto, anche l’oratorio di Santa Maria in Valle, a favore del quale sono stati stanziati 100 mila euro: l’importo è destinato al restauro del coro ligneo, notevolmente compromesso delle forti infiltrazioni.

«Una decisione significativa - commenta l’onorevole Gianna Malisani, esponente della Commissione -, che va considerata un riconoscimento al valore artistico del tempietto, preziosissima testimonianza storica. La conservazione del patrimonio culturale italiano richiederebbe, come noto, risorse di gran lunga superiori a quelle disponibili: questo milione di euro permette di far fronte ad azioni che non comportano un considerevole impegno finanziario e che, soprattutto, risultano accomunate dal fattore impellenza».

Plaude il sindaco Stefano Balloch: «Abbiamo avuto modo, in questa circostanza - dichiara -, di constatare la sensibilità del Ministero della Cultura verso la realtà cividalese. La somma assegnataci, aggiunta alle donazioni spontanee stimolate da iniziative promosse dal circuito bancario locale, consentirà di sanare le principali criticità riscontrate nel tempietto. Per il 2014, poi, confidiamo che i competenti organismi regionali si attivino per permetterci di utilizzare i 3 milioni di euro (congelati dal patto di stabilità) di cui da tempo disponiamo per il restauro e la riqualificazione dell’intero monastero».

Ancora sconosciuto, invece, l’esito dell’istruttoria finalizzata alla concessione - o meno - dello stato di calamità naturale alla cittadina. Sono passate ormai alcune settimane dal sopralluogo dei funzionari nazionali di settore, ma (a differenza di quanto ci si aspettava: per la risposta erano stati immaginati tempi brevi) non si sa se la richiesta avanzata dal Comune verrà accolta o respinta. Le speranze, ovviamente, sono in un esito positivo della pratica, che equivarrebbe a garanzia di finanziamenti mirati e immediatamente fruibili, perché svincolati dai lacci del patto.

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