All’Emporio amico vanno a ruba padelle e abbigliamento da uomo

In poco più di un anno di attività sono stati 762 gli acquisti nel negozio solidale Gli incassi del negozio (sotto l’ala della Caritas) vengono trasformati in donazioni 



«Avremmo bisogno di più capi di abbigliamento da uomo, taglie S e M, e di padelle. Cosa va di più? Decisamente vestiti e articoli per la casa. Raccogliamo anche libri, per un progetto con l’Aas3».

Le parole di Elisa Barazzutti, referente dell’Emporio amico ManDiCûr, spiegano bene la realtà del magazzino solidale della Carnia, aperto un anno e mezzo fa a Tolmezzo (ingresso su via Piave) come centro dove portare o prendere abiti e oggetti usati in buono stato. Una realtà che in breve tempo si è rivelata uno strumento importante per intercettare situazioni di difficoltà e dare sostegno a persone bisognose: in Carnia e non solo.

ManDiCûr rientra tra i progetti della Caritas diocesana di Udine, collabora con i servizi sociali e con diverse associazioni ed è nato da un articolato percorso proposto dal Forum Attivo del volontariato di Tolmezzo, che ha messo in rete le realtà che in Carnia operano sulle povertà. Le 14 volontarie di ManDiCûr hanno staccato, dall’apertura fino al 14 novembre, 762 tagliandi per le offerte di denaro ricevute in cambio di abiti e oggetti presi all’emporio. «Vogliamo far sapere – spiega Barazzutti -, per correttezza e trasparenza nei confronti delle persone che ci donano le cose e fanno offerte, cosa facciamo. Con il materiale ricevuto in emporio e con le offerte si sono potuti sostenere progetti e attività di vari enti e associazioni. Abbiamo donato oggetti per pesche di beneficenza in vari paesi carnici: ben volentieri vengano da noi per questo. Abbigliamento, biancheria e articoli per la casa sono andati a Caritas e a varie associazioni e realtà. Le offerte le versiamo tutte a Caritas che, detratte le spese vive, destina quelle cifre secondo le nostre indicazioni. Al Gej da Caritât del gruppo volontariato Vincenziano Tolmezzo (offre a persone bisognose spese alimentari, seguendo in Carnia un sessantina di persone, ndr) abbiamo dato 2.500 euro. Abbiamo appena donato mille euro alla parrocchia Val di Gorto per i danni dell’alluvione. Sosteniamo progetti all’estero seguiti da persone fidate: al progetto Aga di Andrea nell’isola di Pemba in Tanzania abbiamo donato 500 euro e alla parrocchia di Ampezzo altri mille, per aiuti locali e missioni in Bolivia. La nostra attività ha una ricaduta diretta sul territorio, ma volgiamo lo sguardo anche più lontano. Con i servizi sociali abbiamo creato un preciso modello per interfacciarci con la decina di associazioni carniche che operano sulle povertà. Se i servizi sociali o un’associazione mandano qui una persona, indicandoci che ha bisogno di vestiario o altro, noi lo diamo gratuitamente. Siamo soprattutto un luogo di accoglienza. Se per esempio viene una persona da noi per prendere qualcosa e parlando ci dice che deve fare la chemioterapia, ma non sa come andarci, la indirizziamo all’Aoaf, che con i suoi volontari la può aiutare».

A parte i casi segnalati (nel pieno rispetto della privacy), viene chiesta un’offerta a chi prende materiale a ManDiCûr, dove tutti possono recarsi e dove arrivano molti articoli di qualità (non mancano capi in cashmere, Loden originali o cappotti). Molto fornito il settore bimbi. —



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